lunedì 9 dicembre 2013

Allarme sport: chi troppo chi troppo poco! Adolescenti vs bambini!


Lo sport, che da sempre ha contraddistinto i pomeriggi dei bambini, arrivando anche a impegnarli quasi 7 giorni su 7, sta passando in secondo piano quando si parla di adolescenti. Lo afferma la Società italiana di Pediatria, SIP, sottolineando come il fenomeno del drop-out, l'abbandono precoce dell'attività sportiva, cominci già a 11 anni, e a 15 anni meno di un adolescente su 2 pratica sport in modo continuativo. Questi dati sono stati presentati in occasione degli Stati Generali della Pediatria, evento organizzato dalla SIP per parlare e confrontarsi sulle tematiche importanti per pediatri e bambini, e svoltosi a fine Ottobre 2013.

La conseguenza di questo divorzio tra sport e adolescenti italiani è che l'Italia presenta tassi di sedentarietà tripli rispetto agli altri Paesi europei e la SIP lancia l'allarme: la prossima sarà una generazione che rischia di diventare malata.

In controtendenza si registra però il dato relativo allo sport praticato dai più piccoli: tra i 6 e i 10 anni la pratica sportiva nei passati 10 anni (2001-2011) è aumentata passando dal 48.8% al 54,3%. I più piccoli dunque sono chiaramente impegnati 7 giorni su 7 in una qualche attività sportiva! 
Questa abitudine non continua però quando diventano adolescenti. Già dopo la scuola primaria i bambini italiani cominciano ad allontanarsi dagli sport, e l'età si abbandono si sta abbassando: dai 14/15 anni dello scorso anno stiamo lentamente andando verso gli 11 anni.  Infatti tra il 2011-2012 la quota di praticanti sportivi nella fascia di età 11-14 anni è scesa dal 56% al 53%.

Questi dati non sono i soli a preoccupare i pediatri della SIP; maggiormente suscita allarme il dato relativo all'elevato numero di giovani 'sedentari assoluti': ragazzi, ma soprattutto ragazze, che non praticano alcuna attività fisica, in una percentuale che va dal 24% (tra 15 e 17 anni) al 30% (tra 18 e 19 anni). 

Il Presidente della SIP, Giovanni Corsello, mette in guardia genitori e adolescenti: ''Così non va. Una regolare attività fisica e motoria in età evolutiva - ha affermato - insieme alle corrette abitudini alimentari sono uno strumento decisivo di prevenzione contro le malattie per le future generazioni''.


Analizzando questo fenomeno in base a ciò che la nostra esperienza a contatto con le famiglie, sembra di capire che i genitori delle scuole primarie siano preoccupati di far fare attività extra scolastiche di qualunque genere ai propri figli: si passa dal nuoto, al calcio, alla danza e allo studio di uno strumento, occupando così il bambino davvero 7 pomeriggi su 7. Quando i figli sono più grandi la preoccupazione è quella che non ce la faccia a stare dietro allo studio, quante volte si sente dire "No non lo mando a fare attività extra scolastiche se no non riesce a studiare" e magari il figlio è in 1 media...! 


Noi tutti che siamo ormai adulti abbiamo fatto sport in adolescenza, alcuni anche a livello agonistico, e abbiamo tutti superato le scuole dell'obbligo senza alcun problema, qualcuno si sarà anche laureato nonostante giocasse a calcio o praticasse ginnastica artistica. Allora perchè pensiamo che i nostri figli non siano in grado di fare ciò che abbiamo fatto noi? Sono più ignoranti di noi? Sono meno intelligenti e meno capaci di organizzare lo studio e lo sport? Non credo, quindi diamo anche a loro la possibilità di sfogarsi un paio di pomeriggi a settimana, troveranno sicuramente meno noioso lo studio degli altri tre pomeriggi! 

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