lunedì 31 dicembre 2012

Auguri da tutto lo staff!

Tutto lo staff di FaesBook augura a tutti voi

BUON ANNO!!

Che sia un anno pieno di gioia, di felicità. 

Ci rivedremo nel 2013, vi aspettiamo!





domenica 30 dicembre 2012

Il legame tra i due libri più letti al mondo




Greta Bertani è un personaggio speciale: è una mamma speciale, moglie speciale, e ha scritto un libro speciale. Ma che cosa vuol dire speciale? Che ama quello che fa, con sincerità e credendoci. E di questi tempi questo è davvero speciale.  I nostri destini, come in una storia che ha radici profonde, si sono intrecciati grazie a Tolkien. Andò così: in occasione del centenario della nascita di JRR fui invitato dal Centro Culturale Enrico Manfredini  di Bologna ad intervenire come relatore ad una conferenza i cui altri relatori erano il card. Biffi, Franco Cardini, padre Guido Sommavilla e Raffaello Vignali come padrone di casa.
Il mio intervento finì tra gli atti e destò l’attenzione di una giovane laurenda che stava scrivendo la tesi sull’autore inglese. Il resto è un’amicizia che continua ancora.
Ed è ancora l’autore de Il Signore degli Anelli che offre l’occasione di dialogare con Greta insieme a voi, a proposito del suo libro Le radici profonde (ed. Il Cerchio) che esplora le radici bibliche della scrittura di Tolkien. Un libro che a mio parere va letto con attenzione e passione.  Non sono il primo a parlarne, dato che il testo è davvero interessante ed è già entrato in una tesi (il ciclo continua…).

Esce il film lo hobbit e si rifà un gran parlare di Tolkien: spesso a sproposito. Chi era Tolkien e perché scriveva? ce lo racconti con… un tweet?
Tolkien era un filologo che aveva la passione del mito e delle saghe norvegesi, scrive per…placare la sua sete di lettore.

Tolkien si può leggere in molti modi: come una bella fiaba, come un romanzo d’ambiente, o come un testo per certi versi complesso e profondo come la Divina Commedia: secondo te come va letto Tolkien e perché?
Indubbiamente, se se ne vuole cogliere tutta la grandezza, Tolkien va letto come un testo complesso perché è tale. Nella storia avventurosa, tragica, epica è celato un significato che va oltre alle parole ed alla vicenda narrata. C’è un significato che parla direttamente a noi e al nostro cuore.

Hai scritto un saggio sulle radici bibliche di Tolkien: da dove ti è venuta l’idea? L’idea è maturata lentamente, mentre preparavo la mia tesi di laurea su Tolkien, appunto. Avevo notato richiami, alcuni molto espliciti, altri meno, alle sacre scritture, e mi era rimasta la voglia di indagare ulteriormente. Quest’occasione si è presentata solo dopo alcuni anni, e, inutile dire, l’ho colta al volo.

Quali sono i 3-4 passaggi dei testi di Tolkien più facilmente collegabili alla Bibbia? 
La creazione di Arda nel Silmarillion, proprio nelle pagine iniziali dove si narra appunto di un dio creatore, coadiuvato da una schiera di sub-divinità, i Valar, il quale, col canto dà origine ad un mondo. A questa segue, seconda similitudine, la caduta di un Vala che, per orgoglio, si pone in contrasto col creatore.  In tutto il Signore degli Anelli, poi, la missione affidata a Frodo, in particolare come portatore dell’Anello, e ad altri tre hobbit imbelli, ed il fallimento di molti grandi guerrieri riportano alla mente molti passi del Vangelo in cui Gesù esalta gli umili, gli ultimi.

Che cosa invece nella tua ricerca ti ha sorpreso? Quale legame inaspettato hai scoperto?
La cosa più sorprendente, non riguarda Tolkien, bensì un’amicizia inaspettata. Qualcuno, che conoscevo appena, si è rivelato un grande amico e mi ha sostenuta e consigliata durante tutta la stesura di questo saggio, dimostrandomi che ancora ci sono persone capaci di gratuità, esattamente come succede nel Signore degli Anelli, dove Sam sostiene Frodo per tutto il lungo viaggio verso Monte Fato.

Tolkien parla solo ai cattolici?
Se è vero che il Signore degli Anelli è il secondo libro più venduto dopo la Bibbia, allora è chiaro che Tolkien non parla solo ai cattolici. Uomini di ogni cultura e religione si sono appassionati a queste vicende, come dimostra anche il film di P.Jackson che ha avuto un così grande successo di oscar e di audience.

Quale personaggio della saga di Tolkien parla di più all’uomo di oggi e lo può aiutare a ritrovare la speranza per il futuro?
Credo che sia proprio Frodo, che, come gli altri hobbit, è il più vicino a noi, uomini di ogni giorno: semplicemente affrontando ciò che gli accadeva: stando di fronte a quelle circostanze, si rende strumento di salvezza per tutti gli uomini. Questo dovrebbe aiutare anche noi, nella congiuntura difficile che stiamo vivendo, ad affrontare con serenità e speranza le sfide che la vita ci pone, con la consapevolezza che noi, nel nostro piccolo possiamo fare molto per cambiare le sorti, senza attendere sempre e solo l’opera dei grandi.

Ci ricordi i tre episodi dei libri di Tolkien che ti piacciono di più e perché?
Il primo che mi viene in mente è il tradimento di Boromir: egli cede all’attrattiva dell’Anello, tentando di prenderlo a Frodo e provocandone la fuga, ma poi torna in sé, e poco dopo darà la vita per salvare Merry e Pipino dalla cattura da parte degli orchi. Dimostra di aver ceduto, come spesso capita a noi, ma anche di avere grande capacità di amare.
Il secondo episodio è sicuramente la morte di Gandalf nel combattimento contro il Balrog. Ricordo ancora la prima volta che lessi quel passaggio, lo smarrimento che provai, il dolore, come se si trattasse di una persona realmente conosciuta, ma anche la speranza che non fosse davvero morto….infatti non potei chiudere il libro, ma andai avanti a leggere ancor per capire come stavano realmente le cose.
Come terzo punto, credo che potrei ricordare la storia d’amore tra Aragorn e Arwen raccontata nelle appendici. Romantica si, ma non per questo la ritengo importante, quanto piuttosto, perché vorrei ogni giorno essere guardata con lo sguardo che Aragorn aveva per Arwen: un’intensità d’amore unica, nella speranza…

Perché leggere il tuo libro? Convincici a farlo!
Leggere il mio libro perché è frutto di sei anni di lavoro e studio, di tanta fatica, ma soprattutto perché oltre a Tolkien, lì c’è un pezzo di me, un pezzo del mio cammino spirituale fatto, per quel lasso di tempo, in compagnia di un grande autore!

Link interessanti a proposito del saggio di Greta



e altre recensioni che permettono di farsi una idea più precisa del testo








venerdì 28 dicembre 2012

Tutoria: un vantaggio per ragazzi e genitori


Nasce da modelli anglosassoni: ad Oxford e Cambridge era presente già secoli fa. O se preferite ha radici ancora più profonde, se vogliamo trovare nel precettore un antenato del tutor.

Non è una longa manus manipolatoria della famiglia e tanto meno della scuola, semmai proprio il contrario: è tenuto al segreto professionale, che è la base sulla quale costruire la confidenza (nella cui radice sta la parola fiducia) con il tutorato. 

Chi è allora il tutor e a che cosa serve?

Partiamo dalla definizione dell'azione. 

La tutoria è la relazione educativa che si instaura tra un docente e un alunno, volta ad indirizzarlo, in accordo con i suoi genitori, all’ individuazione del proprio metodo di studio e alla libera messa in atto di tutte le sue potenzialità, nell'esercizio armonico delle virtù intellettuali e relazionali.

Parliamo dunque di un servizio che si pone in sinergia con la famiglia e con il ragazzo/la ragazza per portare avanti un piano educativo che mira al bene del giovane.
Sappiamo tutti come i nostri figli si comportano in modi molti differenti a seconda degli ambienti che frequentano e in genere riservano alle loro famiglie il peggio. Avere un punto di vista affidabile che ci aiuti a "vedere" i nostri figli e a trovare spunti e suggerimenti utili per aiutarli a crescere è un vantaggio al quale è difficile rinunciare una volta che lo si è sperimentato.

La tutoria Faes, per garantire alti standard qualitativi,
viene sviluppata secondo un rigoroso e accurato percorso di formazione specifica che coinvolge tutto il corpo docente.

Obiettivo costante: aprire una relazione personale e dedicata con ogni alunno, per scoprire insieme le occasioni di miglioramento, agendo in team con gli altri insegnanti e i genitori.

Nei tutor i nostri ragazzi e le nostre ragazze trovano un adulto pronto ad aiutarli a guardare dentro di loro e alla realtà che li circonda con maggiore consapevolezza, e a ricercare nelle proprie risorse le soluzioni alle difficoltà che incontrano nel loro cammino di crescita.

Nei tutor la famiglia trova un alleato, che come i genitori, ha a cuore lo sviluppo del ragazzo, è pronto a suggerire le strategie e le tattiche educative, a condividere le scelte da adottare nell’ambito scolastico, a concordare e condividere con i genitori il progetto educativo più adatto e coerente.




mercoledì 26 dicembre 2012

Internazionalizzazione: parola d'ordine per il futuro dei giovani di oggi


L’inglese oggi? Sure!
La conoscenza di più lingue è diventata fondamentale per affrontare le complessità del XXI secolo. Alle scuole si chiede l'impegno attivo ad insegnarle contribuendo alla definizione di standard formativi nell'ambito dell'educazione plurilingue e interculturale.
Le scuole FAES investono nell’ internazionalizzazione dei propri alunni, potenziando lo studio della lingua inglese e ampliando le esperienze in lingua attraverso diversi progetti.

- Progetto ONU: l'Associazione diplomatici predispone ogni anno, in esclusiva per le scuole FAES, un’attività formativa volta alla conoscenza delle Organizzazioni Internazionali di tipo complesso e in particolare del funzionamento delle Nazioni Unite.

- Progetto Trimestre in Irlanda: le scuole FAES, in associazione con Rockbrook International, offrono agli studenti la possibilità di trascorrere un periodo all'estero, presso una scuola irlandese.

- Certificazioni Cambridge: riconosciute in tutto il mondo, prevedono la verifica delle quattro abilità linguistiche (lettura, scrittura, ascolto e parlato).
Il sito di Rockbrook International http://www.rockbrookinternational.com/ 




lunedì 24 dicembre 2012

L'educazione secondo Benedetto: la dignità della persona




Terza e penultima puntata della riflessione sul discorso di Benedetto XVI ai nuovi ambasciatori non residenti del 13 dicembre scorso. 

Nelle precedenti abbiamo condiviso spunti sulla famiglia e sul mondo dell’istruzione

Il testo che propongo ora riguarda la dignità della persona, che Benedetto XVI definisce a partire dall’enciclica Rerum Novarum di Leone XIII, mettendo bene in luce come per cambiare la società bisogna cambiare l’uomo dato che la pretesa inversa, che sia cioè la struttura della società a mutare l’uomo, è un clamoroso abbaglio, come peraltro segnalano anche autori che abitano mondi molti diversi da quelli della fede e della spiritualità, come ad esempio John C. Miller che nel suo saggio di management DDD la domanda dietro alla domanda spiega che per cambiare gli altri dobbiamo cambiare noi stessi e il modo il quale ci relazioniamo agli altri. Lasciamo la parola al Papa:

La disfunzione di alcune istituzioni e di alcuni servizi pubblici e privati non potrebbe essere spiegata da un’educazione mal garantita e male assimilata?
Riprendendo le parole del mio predecessore, Papa Leone XIII, sono convinto che «che la vera dignità e grandezza dell’uomo è tutta morale, ossia riposta nella virtù; che la virtù è patrimonio comune, conseguibile ugualmente dai grandi e dai piccoli, dai ricchi e dai proletari» (Rerum novarum, n. 20). Invito dunque i vostri governi a contribuire con coraggio al progresso della nostra umanità favorendo l’educazione delle nuove generazioni grazie alla promozione di una sana antropologia, base indispensabile per ogni educazione autentica, e conforme al patrimonio naturale comune. <...> Questi sono passati al vaglio dei secoli e si sono pazientemente costituiti su basi che rispettano l’essenza della persona umana nella sua realtà plurale, restando nel contempo in perfetta sintonia con l’insieme del cosmo”.

Quali sono i valori che insegniamo e che pratichiamo? Siamo affetti anche noi da alcune patologie ahimé spesso tipicamente italiche quali l’amontismo (il problema è sempre a monte), il benaltrismo (il problema è sempre ben altro), il rifiuto del coinvolgimento (questo non è un problema mio) o quell’atteggiamento così comune di perenne lamentela, spesso rancorosa e carica di livore, che si accompagna spesso all’accusa delle mancanze altrui senza mai un briciolo di autocritica o anche solo autoironia, così frequente in rete e nella vita? 
E che dire di quella presbiopia che non distingue i propri privilegi dai diritti acquisiti mentre e pronta a notare i privilegi, presunti, degli altri?

Quali virtù coltiviamo nei figli? In che modo? Siamo consapevoli che la virtù è un abito, (habitus cioè una abitudine), che si costruisce con la ripetizione di atti corretti e che ogni volta che applichiamo a noi stessi e ai nostri figli uno sconto, ci facciamo del male?

Abbiamo chiara questa antropologia che dovrebbe guidarci alla verità sull’uomo e sulla società?

sabato 22 dicembre 2012

L'educazione oggi: la scuola




Seconda parte della riflessione sul discorso del Papa del quale ci siamo già occupati qui ragionando sulla famiglia

Dopo le domande che intendevano suscitare una riflessione e una discussione sul ruolo educativo della famiglia, oggi il ragionamento, innescato dalle parole del Santo Padre, si sposta sulla scuola
Inoltre, negli ambiti scolastico ed accademico, l’autorità degli insegnanti e dei professori è messa in discussione e, purtroppo, la competenza di alcuni di loro non è esente da parzialità cognitiva e da carenza antropologica, escludendo o limitando così la verità sulla persona umana.
Quest’ultima è un essere integrale e non una somma di elementi che si possono isolare e manipolare a proprio piacimento. La scuola e l’università sembrano essere divenute incapaci di progetti creativi che rechino in sé una teleologia trascendentale in grado di sedurre i giovani nel loro essere profondo, sebbene questi ultimi, pur essendo preoccupati per il loro futuro, siano tentati dallo sforzo minore, dal minimo sufficiente e dal successo facile, utilizzando talvolta in modo inappropriato le possibilità offerte dalla tecnologia contemporanea. Molti vorrebbero aver successo e ottenere rapidamente uno status sociale e professionale importante, disinteressandosi della formazione, delle competenze e dell’esperienza richieste. Il mondo attuale e gli adulti responsabili non hanno saputo dare loro i necessari punti di riferimento”.

La crisi del mondo dell’insegnamento è sotto gli occhi di tutti: è ovviamente impossibile, e sarebbe scorretto e ingeneroso, generalizzare. Ci sono molti insegnante che restano fedeli al loro compito, alla loro missione, mettendoci la pelle, dando tutto, anche di più. Ma sono, spesso, più eccezioni che regola.

Restiamo dunque nella dimensione dei grandi numeri, senza che questa riflessione abbia l’intenzione di applicarsi ad ogni singola persona e senza che voglia diventare un j'accuse alla categoria: cerchiamo fatti e riflessioni, mai colpevoli

È indubbio che per molte concause e ragioni una parte significativa dei docenti di ogni ordine e grado abbiano tradito la vocazione originaria dell’insegnante, che consiste nel risvegliare nei discenti la passione per la cultura e per la verità. Soprattutto quest’ultimo passaggio è stato spesso affogato nella rinuncia, prodotta anche dalla società, all’affermazione della verità sull’uomo e sulla realtà. Ciò che contraddistingue ad esempio le scuole Faes è il  continuo e concreto riferimento alla realtà e ad un sano realismo. Una dimensione che veramente seduce i giovani e suscita in loro progetti ambiziosi e sani proteggendoli dalla tentazione del bamboccionismo, della deresponsabilizzazione, della scelta riduttiva spesso al confine con l’immoralità –e purtroppo spesso al di là come purtroppo ci dimostrano le cronache quotidiane- e con scorciatorie che squalificano la persona stessa producendo danni che in alcuni casi risultano poi insanabili.

Che cosa si può fare per arginare questo crollo?  

venerdì 21 dicembre 2012

Difendiamo l'ambiente!


Prendersi cura dell’ambiente significa rispetto verso noi stessi e verso le generazioni future. 
Molte sono le azioni che possiamo compiere quotidianamente, anche piccole, ma che assumono un grande rilievo per la difesa del creato.

Che cosa possiamo fare in concreto?
In che modo questo migliora l’ambiente?
Quali invece le conseguenze negative di un cattivo comportamento?
Come insegnare ad altri a fare altrettanto? 

Segui la lezione che il Faes ha organizzato in collaborazione con Focus Junior, "Proteggiamo l'ambiente: diamo una nuova opportunità ai rifiuti". 

Il Prof. Francesco de Leonardis, ordinario di Diritto Amministrativo all'Università di Macerata ed esperto di Diritto dell'Ambiente, e l'avvocato del WWF Vanessa Ranieri risponderanno a queste domande.

Partecipa alla “lezione” del 19 gennaio 2013: l'appuntamento con la difesa dell'ambiente è fissato, per tutti i ragazzi e le ragazze dai 9 ai 13 anni, alle ore 10.00 presso il centro scolastico Faes Monforte (ingresso via Fratelli Fossati). 
Con esempi concreti e semplici illustrazioni tutti potremo imparare a dare il nostro prezioso aiuto a sostegno dell’ambiente. 

E per i genitori che lo desiderino, nel corso della mattinata, ci sarà la possibilita’ di ascoltare la presentazione dei cicli scolastici (infanzia, primaria, secondaria, licei classico e scientifico) delle scuole Faes, Aurora, Monforte e Argonne!”


Per informazioni: www.faesmilano.it 

Per prenotazioni: eventi@faesmilano.it


mercoledì 19 dicembre 2012

A scuola a lezione di scacchi!



Uno studio dell’Università di Trier ha rilevato che i bambini che giocano a scacchi durante le scuole elementari migliorano in varie capacità mentali. È un gioco che aiuta la capacità di concentrazione, sviluppa la memoria ed elimina le barriere sociali.

A sostenerlo è Garri Kasparov che ancora una volta riesce a dare scacco matto e forse addirittura a trovare un’antidoto alla dipendenza dai videogiochi frenetici e violenti. Grazie alla Fondazione del campione russo e all’Unione europea degli scacchi, Strasburgo ha adottato una dichiarazione che impegna i paesi membri a promuovere e incentivare lo studio degli scacchi in tutte le scuole.

Nella dichiarazione si ricorda come all’Unione spetti il compito di promuovere anche lo sport. Si fa notare come «il gioco degli scacchi è accessibile ai ragazzi di ogni gruppo sociale» e dunque può contribuire «alla coesione sociale e a conseguire obiettivi strategici quali l’integrazione sociale, la lotta contro la discriminazione, la riduzione del tasso di criminalità e persino la lotta contro le varie dipendenze». Ma non ci sono soltanto motivazioni sociali a sostegno dello studio degli scacchi.

Indipendentemente dall’età dei ragazzi, prosegue la dichiarazione, «il gioco degli scacchi può migliorarne la concentrazione, la pazienza e la perseveranza e può svilupparne il senso di creatività, l’intuito e la memoria oltre alle capacità analitiche e decisionali, considerando che gli scacchi aiutano ad acquisire determinazione, motivazione e spirito sportivo».

Uno studio della “New York City Public Schools” ha inoltre raggiunto il risultato che le lezioni di scacchi, oltre a migliorare la competenza matematica migliori anche la competenza di scrittura e l’uso della lingua.

Adesso non ci resta che prendere in mano re, regina, torri, alfieri, cavalli, pedoni e... che vinca il migliore!

martedì 18 dicembre 2012

Che cosa vuol dire educare?




Che cosa vuol dire educare oggi? Quali sono le responsabilità di genitori e scuola, il dovere che entrambi –ognuno con il suo ruolo si intende- hanno nei confronti dei figli? 

Varrà la pena riflettere in più post sul discorso che il Santo Padre ha rivolto ad un gruppo di ambasciatori presso la Santa Sede nel mese di dicembre su questo argomento perché, come sempre, le sintetiche parole e mai banali del Papa racchiudono un patrimonio da valorizzare e sfruttare, spunti significatici sui quali, magari anche per non condividerli. 
Lo faremo in alcuni post periodici che ci guideranno nel dialogo sul tema dell'educazione e che, grazie alla vostra collaborazione, potranno fornire spunti preziosi e concreti per essere sempre migliori come genitori.

Partiamo da questa prima frase:
Esaminando le numerose sfide della nostra epoca, possiamo constatare che l’educazione occupa un posto di primo piano. Essa avviene oggigiorno in contesti in cui l’evoluzione degli stili di vita e di conoscenza crea fratture umane, culturali, sociali e spirituali inedite nella storia dell’umanità. Le reti sociali, altra novità, tendono a sostituire gli spazi naturali della società e della comunicazione, divenendo spesso l’unico punto di riferimento dell’informazione e della conoscenza. La famiglia e la scuola non sembrano essere più il terreno fertile primario e naturale da dove le giovani generazioni attingono la linfa nutritiva della loro esistenza”

Internet sostituisce la famiglia? La scuola smette di educare? Hai mai avuto questo compito? Quali le conseguenze?
Già Mariolina Migliarese nel suo intervento in occasione dell’Open Day delle scuole milanesi –qui il breve audio che parla di questo argomento, estratto dall’intervento completo- aveva sollevato questa domanda nei presenti: quando cercate una scuola, cercate una agenzia che vi sostenga nel compito educativo, per prolungare e rafforzare il progetto educativo che avete per i vostri figli, o solo un erogatore di nozioni (che peraltro non sono mai neutre e prive di sfumature educative)?
Stiamo vivendo in una società che ha smesso di educare i giovani credendo in uno spontaneismo, in una capacità dei figli di trarre dall’esperienza le nozioni di auto-istruzione che li renderà cittadini responsabili? Siamo sicuri che l’assenza di educazione non sia un atto di estremo amore, ma piuttosto quello di un massimo e sottile egoismo? Non la rinuncia ad un diritto, quanto la fuga da un dovere, forse IL DOVERE massimo di un genitore? Fa bene chi lascia al figlio di pochi mesi/anni l’incombenza di decidere cosa fare: cosa mangiare, quando e dove andare a dormire, se andare o no a trovare la nonna, se vedere o no la televisione? 
Non stiamo scappando dal nostro ruolo caricando i nostri figli di responsabilità che non possono assumersi non avendo i sufficienti elementi per farlo? E la rete, che indubbiamente riempie questi spazi, è un surrogato adeguato o un vuoto nel quale i nostri figli rischiano di piombare? Fanno bene quei genitori che aiutano i figli a mentire, barando sulla loro reale età, per permettere loro di aprire un profilo Facebook prima dei tredici anni?

Domande che ognuno di noi dovrebbe porsi per capire come mai questa società sta andando allo sfascio sistematico, premiando davvero chi esercita la forza in tutte le sue forme, da quella fisica a quella criminale a quella manipolatoria.

Che cosa può fare la famiglia per riprendere in mano il ruolo che le compete, che ha il dovere di assumere, e come può ottenere dalla scuola l’aiuto dovuto?


lunedì 17 dicembre 2012

XXVII Olimpiade Italiana della Fisica


E il primo passo è stato fatto!
Grande soddisfazione per i rappresentanti dell'Argonne alle Olimpiadi italiane della Fisicapromosse dal Ministero per l’Istruzione, Università e Ricerca Scientifica con l’Associazione per l’Insegnamento della Fisica.

Le gare, rivolte a ragazzi del triennio motivati e interessati allo studio delle scienze fisiche, mirano alla valorizzazione delle eccellenze e a sviluppare e sostenere l’interesse e le capacità dei giovani nel settore degli studi scientifici.

Tutti e quattro i nostri ragazzi hanno superato il punteggio minimo richiesto per partecipare alla gara di secondo livello, che vede coinvolti gli studenti delle scuole di Milano.

Si tratta di Andrea Crico, Emanuele Mazza, Andrea Dossi e Riccardo Giorgino.
Per i "4 moschettieri" dell'Argonne l'appuntamento è ora per il 19 febbraio 2013 presso il dipartimento di Fisica a Milano dove si svolgerà la seconda fase della gara.

L'obiettivo è portare i ragazzi alla selezione nazionale di Senigallia del 10-13 aprile, ultimo step prima della formazione della squadra che rappresenterà l’Italia alle International Physics Olympiads di Copenhagen.

In bocca al lupo!

venerdì 14 dicembre 2012

Che cosa sono e a che cosa servono le prove INVALSI?


Le prove Invalsi (preparate dall’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell'Istruzione) sono delle verifiche che servono per valutare l’efficacia e l’efficienza del sistema scolastico, globalmente inteso, a livello nazionale e per singoli settori o singole istituzioni scolastiche.

I docenti valutano, tabulano e consegnano i risultati che vengono inseriti in appositi grafici da cui si evincono le percentuali sulla preparazione generale degli studenti nei vari distretti scolastici.

I test Invalsi sono inseriti all’interno del progetto “Scuola in chiaro”, promosso dal Ministero, che grazie all’Invalsi, si propone di dare maggiore trasparenza agli istituti scolastici italiani, più informazioni per le famiglie e ragazzi che stanno per scegliere la scuola e una semplificazione del lavoro delle segreterie scolastiche.


L’obiettivo è rendere trasparente il merito, sia degli studenti sia dell’istituto scolastico e di assicurare che al termine dei dieci anni di istruzione obbligatoria gli studenti abbiano raggiunto un livello di equivalenza omogeneo d’apprendimento.











mercoledì 12 dicembre 2012

Scrivi la storia e vinci un iPad!


Sei iscritto alla classe terza secondaria di primo grado (la terza media per intenderci)?Vuoi vincere un Kindle o un iPad?Vuoi mettere in gioco la tua capacità di scrittura?

Allora sei proprio nel posto giusto!

Le scuole Faes di Milano, in collaborazione con le edizioni Ares, hanno organizzato per te un concorso lettarario.

Prosegui la storia inventata da Eleonora Fornasari: Phil, Chiara, Giulia, Biro e i loro amici sono al centro di una vicenda misteriosa in cui tutti i sogni si avverano.Interagisci con noi, sulla pagina Facebook del concorso, per avere indizi, per chiedere consigli, per avere suggerimenti, per condividere le tue idee e i tuoi disegni.

Premi fantastici ti aspettano.
Premi di tappa (premiazione il giorno 19 gennaio 2013 presso il centro scolastico Monforte di via Fossati a Milano dove saranno convocati tutti i finalisti):

1° Kindle Fire HD 16 Gb
2° Kindle Fire
3° Kindle E-Book 

Premi finali: 


1° iPad 2 16 Gb wifi
2° iPad mini 16 Gb wifi
3° iPad mini 16 Gb wifi


Scopri chi sono i personaggi cliccando qui o visitando la pagina di questo blog dedicata a loro, 

leggi il Regolamento del concorso, 


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iscriviti mandando una mail a



lunedì 10 dicembre 2012

iPad per studiare

Tablet, Samsung, iPad e chi più ne ha più ne metta.
Ormai questi nuovi e innovativi mezzi tecnologici stanno spopolando e sempre più vengono utilizzati da persone di ogni età.

Stanno ormai sostituendo i pc, i notebook, stanno sostituendo i quaderni per prendere appunti, stanno sostituendo i libri di testo.

Vi vogliamo proporre un articolo uscito qualche giorno fa, che ci fa riflettere dell'importanza di questi mezzi, di queste tecnologie che spaventano forse ma aiutano sicuramente!

Buona Lettura!



iPad a scuola: istruzioni per l’uso della multicanalità in classe




iPod, smartphone, tablet, anzi ancora più spesso iPad a scuola. Il fenomeno del Bring Your Own Device (Byod) che ha terrorizzato aziende e organizzazione oggi arriva …in cartella. Come le aziende in passato, anche le istituzioni scolastiche non sanno gestire una consumerization dell’It che, tra i ragazzi in età scolare, è interessante per tanti motivi (a partire dal fatto che in genere sono loro ad avere i modelli più cool). L’iPad a scuola ci arriva eccome (malgrado i professori cerchino di sconsigliarlo per evitare spiacevoli inconvenienti tipo furti o alunni imboscati a chattare e/o guardarsi i video di nascosto).
iPad-a-scuola
E se invece di ostacolare gli eventi, non si decidesse di sfruttare l’occasione attuando una digital strategy didattica? Alberto Pian, docente ed esperto tecnologico, ha deciso così di scriverci un libro “Ipad in classe”. È un e-book, parla di iPad a scuola e insegna agli educatori tantissime cose.

iPad a scuola: una questione di metodo, ma non solo

Tra tagli e spending review la scuola italiana è al collasso. Quella tecnologia che dovrebbe aiutare a ridurre i costi e a migliorare i servizi è un concetto astruso a chi ogni anno consegna ai genitori una lista della spesa per compensare i materiali che la scuola non può più permettersi di acquistare, dalla carta igienica alle risme di fogli A4. Pensare ai pc e a un collegamento Internet per tutti è utopia. Le scuole più fortunate hanno una classe conla Lim, la lavagna multimediale. Eppure  i ragazzi vanno avanti a loro modo: usano e imparano le tecnologie con una naturalezza invidiabile. E spesso, sono loro a introdurla: l’iPad a scuola è l’ultimo trend.
Basterà un libro a cambiare le cose?
Nessun libro e nessuno strumento possono fare miracoli: se manca la voglia di esplorare nuovi modi di insegnare non si ricaveranno molte soddisfazioni, né da questo libro, né dagli iPad a scuola, né da qualsiasi altro strumento e impostazione… Ma curiosità, interesse, passione, professionalità, non mancano nei nostri docenti. Le carenze e i problemi vengono da altre parti, non certo da loro!
Il titolo parla di un metodo da usare con gli iPad a scuola. Ne esiste uno solo?
“In effetti iPad in classe insegna molti metodi e molte pratiche. Ma queste sono tutte collocate nel solco del metodo principale della scuola del XXI secolo, che è quello di una didattica integrata e multicanale. Cioè una scuola che interagisce con gli studenti impiegando gli strumenti più avanzati in modo semplice, chiaro ed efficace. Ho pensato questo libro per gli insegnanti che vogliono usare gli iPad a scuola, offrendo molti metodi e pratiche di una scuola pedagogicamente attiva e dinamica”.
Quali sono gli obiettivi di un… iPad in classe?
iPad-in-classeRendere subito operativi gli insegnanti con i loro allievi integrando le novità con il loro stile e il loro metodo.  iPad in classe spiega come insegnare e apprendere meglio utilizzando gli iPad a scuola per esempio interrogando la GMA (Google Memory Assistant) per raccogliere le fonti con i propri studenti, per selezionarle e per presentarle a scuola con l’iPad. Insegna a lavorare con i libri di testo di carta, in ePub e PDF per creare un ambiente di apprendimento senza ostacoli. Insegna a integrare le conoscenze dei libri con quelle reperite nel Web, nei Podcast, nelle lezioni raccolte nel catalogo di iTunes U e quindi ad avere tutte le informazioni nell’iPad a scuola. Contenuti e schede di supporto aiutano a imparare i metodi migliori e più efficaci per utilizzare gli iPad a scuola. Sono metodi che ho ideato personalmente, applicandoli in contesti di sperimentazione significativi a livello nazionale e internazionale.
Che livello di esperienza e capacità è richiesto a un insegnante che vuole usare iPad a scuola?
Il libro permette di operare a vari livelli perché non insegna modelli astratti e non è un tutorial tecnico di applicazioni. Parte da contesti concreti e da problemi reali dell’insegnamento, affrontati attraverso l’iPad e nuove tecniche di insegnamento/apprendimento. Si può partire da un punto o da una scheda qualsiasi. Vengono spiegati metodi di lavoro per insegnare e per apprendere usando il tablet come un quaderno multimediale integrato, in modo che in classe tutti abbiano tutto. Docenti e studenti potranno scoprire come rendere attivo e dinamico l’apprendimento attraverso la produzione di filmati, schede multimediali di ricerca e di sintesi, presentazioni interattive, lezioni minimaliste oppure organizzate, lezioni collage oppure podcast. Il tutto con un orientamento pratico, attraverso decine di esempi e di procedure come, ad esempio, organizzare un apprendimento mobile, interattivo e stimolante. In sostanza ogni docente potrà utilizzare il libro per scegliere le proprie combinazioni e i propri livelli. Ogni cosa è sempre spiegata in modo chiaro e semplice. Almeno, questo è l’intento!
È possibile fare attività didattica tradizionale con gli iPad?
L’iPad a scuola porta un cambiamento nella didattica perché cambia le dinamiche: è mobile, sempre connesso, è giocoso e giocabile. Niente può essere come prima in classe se si adotta il concetto di un iPad a scuola per ogni studente. Ma, ovviamente, gli insegnanti non sono obbligati ad applicare integralmente ciò che viene loro suggerito. Agli insegnanti che non vogliono abbandonare il lorovecchio sistema o che non desiderano gettarsi completamente nell’avventura, viene consigliato di assumere una delle attività strutturate proposte dal libro e di portarla avanti con continuità riservando un piccolo spazio settimanale delle loro lezioni. E un buon modo per incominciare a entrare nel nuovo, portando l’iPad a scuola senza lasciare completamente il vecchio. Per esempio si possono prendere in considerazione attività legate alla produzione di libri e libri di testo. Con gli iPad a scuola è possibile costruire veri libri interattivi e multimediali, ma anche semplici opuscoli e dispense, fino ad arrivare a libri di testo di grande impatto, che interagiscono con i lettori. Il libro insegna anche distribuire on-line i contenuti agli studenti con gli strumenti Apple tramite iTunes U.
Alcuni capitoli parlano di ludodidattica. Edutainment a scuola, finalmente, con un pizzico di gamification?
iPad-a-scuola-rfidÈ una novità assoluta nel panorama italiano: i capitoli si avvalgono del contributo di Elisabetta Serrao, esperta in gamificazione, che ha collaborato alla stesura di alcune parti. Vogliamo aiutare i docenti a gestire il cambiamento, perciò il libro parla di come insegnare e apprendere con rigore, ma senza trascurare il piacere e il gioco. A questo proposito tratta anche argomenti come costruire giochi didattici e utilizzare in chiave didattica quelli esistenti. Impiegare l’iPad a scuola vuol dire trovare i metodi e le applicazioni giuste per condividere i prodotti e le risorse, per lavorare in gruppo, a distanza o nello stesso ambiente in una varietà di modi, secondo una didattica moderna. È tutto l’insieme che rende l’apprendimento e l’insegnamento, come diciamo, più giocoso e giocabile.
Il libro è articolato in capitoli di spiegazione seguiti da schede di attività e tutorial. Decine di idee, di pratiche attive, di esercizi e di attività sono raccolte in una impaginazione chiara ed efficace. A questo libro è associato un Blog nel quale verranno pubblicati aggiornamenti e integrazioni e potrà essere impiegato per avere una consulenza in più dell’autore.

Tra le scuole amiche del Faes segnaliamo l'Accademia Everest, di Lugano, che ha posto l'iPad e l'interattività al centro della propria didattica, con risultati entusiasmanti.