venerdì 29 novembre 2013

Un evento vestito di Gospel per una serata divertente e natalizia!

Le più belle canzoni di Natale risuoneranno venerdì 20 dicembre nel Teatro della Scuola Faes di via Visconti D'Aragona per un evento che vedrà sul palco Il Coro Gospel UnāVoce  diretto dal Maestro Alexander Zielinski e con l'accompagnamento al pianoforte dal Maestro Roberto Binetti.
Il Coro UnāVoce, nato ormai più di dieci anni fa a San donato Milanese, tra mura dell' Istituto Scolastico Maria Ausiliatrice, o  è composto da circa cinquanta elementi.
Gospel è la contrazione delle parole God spell: Parola di Dio e Spiritual, canti tradizionali degli schiavi e delle minoranze dei neri d’America che, ricordano nei loro testi episodi  dell’antico e del nuovo Testamento; il Gospel è nato  per divulgare ed infondere speranza e per alleviare, mediante la Fede, il dolore e la fatica quotidiani nelle piantagioni di cotone.
"ll nostro canto vuole essere una grande vibrazione d’amore che dalle corde vocali di bambini, ragazzi ed adulti passa attraverso il cuore di chi ascolta" questa l'atmosfera che ci promettono i coristi e questo lo spirito con cui noi li accoglieremo.
L'ingresso sarà ad offerta libera, quanto raccolto sarà devoluto al Fondo Rette Agevolate Faes.
Concerto Gospel "Note di Natale"
venerdì 20 dicembre 20.45
Teatro Faes via Visconti D'aragona - Milano

mercoledì 27 novembre 2013

Educare al bello attraverso i libri e l'arte

La mente dei bambini fino agli 8 anni circa è una vera e propria spugna. Raccolgono informazioni che serviranno loro nel breve e nel lungo periodo. Allora perché non iniziare fin da piccoli a conoscere le città italiane, la loro storia e soprattutto la loro architettura?
Ci ha pensato Matteo Migliorini che ha infatti prodotto “Attenti a quei due”la nuova collana di ARCHIVIA dedicata all’architettura per i bambini.
attenti a quei due

Il primo libro è dedicato alla scoperta di Milano e grazie ai testi di Claudia Minnella e alle illustrazioni di Barbara Parini i lettori, insieme ai protagonisti (due bimbi, un alieno, un cane: quattro amici e un ragnetto) visiteranno le città, scoprendone gli angoli più belli e le storie, spesso misteriose o bizzarre, che si celano dietro le famose architetture. Insieme infatti si muoveranno tra gli edifici che hanno reso famosa la città, conosceranno strani personaggi e verranno a conoscenza di tutti quegli aneddoti divertenti e particolari che caratterizzano la storia milanese.


Matteo Migliorini, ideatore del progetto, afferma che “Guardare alle architetture delle città con un punto di vista nuovo e differente è uno dei pensieri alla base di questa nuova serie di libri pensata per i bambini. ATTENTI A QUEI DUE è infatti un libro sulla città vista con gli occhi dei bambini, che spesso colgono dettagli invisibili al mondo degli adulti”.
Per maggiori informazioni: attentiaqueidue@archi-via.it
Per acquistarlo on line: clicca qui

lunedì 25 novembre 2013

Educare al bello, si ma come? Un programma tv serve o danneggia?

Forse qualcuno conosce già Carla Gozzi, la stylist modenese che dal 2008 è uno dei volti di punta di Real Time, insieme ad Enzo Miccio con programmi come ‘Ma come ti vesti’ e ‘Guardaroba perfetto’ .
Proprio per il lancio di questo programma è finita nei guai. Infatti il 9 settembre, su Real Time, è andato in onda il debutto della versione ’Kids & Teen’ di tale show. In tale programma, insieme  alla fidata sarta Enza, Carla riorganizza gli armadi delle concorrenti e dispensa consigli di moda aiutandole a scegliere gli outfit migliori con i capi che vi sono contenuti. In questa versione i clienti sono bambine e teenager, dagli 8 ai 14 anni, che, insieme alle loro mamme, cercano di trovare lo stile.
Roberta Zappalà, blogger, ha lanciato in rete una petizione e chiede il blocco della messa in onda del programma: “Il programma è contrario ad ogni principio volto a tutelare i minori nella loro formazione, informazione, crescita e libertà. E’ privo di utilità sociale e culturale e mette delle bambine sotto i fari di uno studio televisivo e sotto l’occhio vigile di una matrona che col dito puntato ordina loro come sia più appropriato vestirsi e per quali occasioni”. Prosegue la blogger ”Tutto ciò intratterrebbe, inoltre, altrettante bambine, menti facilmente influenzabili costrette a schemi di moda imposti da una società che troppo presto le omologherebbe, in un momento di prematura personalità e coscienza individuale e sociale”,
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Tale appello è stato rivolto a Laura Carafoli, vicepresidente di Discovery Italia, il network di cui fa parte Real Time. La petizione ha avuto molto riscontri in rete e ha già superato il migliaio di firme. Sul blog di Roberta Zappalà viene riportata anche la replica dei diretti interessati: “Mi chiedo come si possa criticare un programma senza averlo ancora visto e come si possa pensare che ci sia un intento diseducativo – ha detto la Carafoli al Fatto Quotidiano - Accanto alle ragazzine ci saranno sempre le madri e Carla Gozzi non insegnerà loro a diventare delle fashioniste consumiste ma a vestirsi al meglio usando i capi che hanno già nel loro guardaroba. Il modello di riferimento non sarà la velina, ma si insisterà sul fatto che non è necessario omologarsi per avere uno stile interessante”.
E voi cosa ne pensate? Può essere un modo interessante per avvicinare le bambine alla moda, alla scoperta del gusto estetico, capire le loro potenzialità e valorizzare la loro figura, oppure questi compiti sono specifici dei genitori che in maniera naturale aiutano le loro figlie?

venerdì 22 novembre 2013

Leggere per crescere, leggere per divertirsi, leggere per imparare...sia in cartaceo che in tablet ovviamente!

«Nati per leggere» è un’associazione destinata a promuovere la lettura e i libri presso i bambini piccoli e piccolissimi.
«Nati per leggere» sostiene che siamo nati per fare tante cose, tra queste leggere, ma che purtroppo, per lo meno in Italia si finisce a leggere sempre meno o per non leggere del tutto.
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«Nati per leggere» ha tre grandi vantaggi. Il primo è quello di legare la lettura alla nascita, o per meglio dire di proporla come la vera nascita, di trasformarla da un fatto culturale in un fatto naturale, quasi biologico. Il secondo di essere una sorta di rivendicazione e di protesta per un mancato riconoscimento e dunque per converso una specie di dichiarazione di intenti, un programma d’azione. Il terzo di essere, nella sostanza, vero. Siamo nati, come spiegò qualche tempo fa François Jacob, per trasmettere il messaggio genetico che abbiamo ricevuto. E sta bene. Ma è anche vero che questo non è un tratto specifico della specie umana, dell’Homo sapiens, bensì è comune a tutto il vivente, animale o vegetale che sia. Se vogliamo venire più vicino a noi e cercar di isolare ciò che davvero identifica e determina l’umanità e il suo destino, il che cosa ci stiamo a fare al mondo, finiamo obbligatoriamente per passare dalla scrittura e dunque dalla lettura. In un senso profondo ed essenziale noi siamo davvero nati per leggere.
Oggi le neuroscienze sono in grado di dare una risposta molto più accurata di quindici anni fa riguardo al momento in cui l’uomo inizia a capire che leggere è una fonte di benessere, quando iniziamo ad entrare nel mondo dei libri. E la risposta è: prestissimo. Non solo nei primissimi anni, ma nei primi mesi di vita: iniziamo con la visione di immagini e di colori che hanno un significato e portano con se una storia; e ancor prima quando vi sono solo suoni, ma tra questi suoni c’è una voce, e la voce – calda, affettuosa e materna – parla e racconta, e parla e racconta proprio a te, lì si è iniziata ad aprire la porta segreta che ha fatto dei neonati o dei bambini piccoli che siamo stati i lettori di oggi.
Se si vuole portare alla lettura quelli che oggi ne sono privati o esclusi bisogna cominciare presto, prestissimo. È vero, naturalmente, che non è mai troppo tardi. Ma questa è una verità individuale, vale per i singoli e sottintende un impegno, uno sforzo e una fatica immani. La verità dei grandi numeri è al contrario che il treno perduto nella primissima e prima infanzia non ripassa più, non lo si può più riprendere, che chi è rimasto escluso allora lo resterà per sempre.
Il primo e più immediato obiettivo di «Nati per leggere» e del suo stratega e presidente, il pediatra Giorgio Tamburlini – un italiano di frontiera (è triestino) asciutto e risoluto – è proprio diffondere il più possibile questa consapevolezza, far sì che mano mano divenga comprensibile a tutti i genitori che il destino dei loro bambini si gioca in gran parte lì, tra quei libretti colorati. Poi potrà venire tutto il resto. E alla fine anche questi bambini, come i grandi e forti lettori adulti di oggi, potranno dimenticare come hanno cominciato a leggere, crederanno di averlo sempre fatto e costruiranno su questo gli opportuni ricordi. Perché saranno non programmaticamente, ma nella realtà, nati per leggere. E cresciuti leggendo.
(Fonte Corriere della Sera – 7 Ottobre 2013, p.42 Gian Arturo Ferrari)

mercoledì 20 novembre 2013

Il padre infedele, Scurati racconta la figura del padre

La figura del padre, una figura fondamentale nella vita di ogni bambino, di ogni bambina, di ogni ragazzo e ragazza. Ma anche gli adulti hanno bisogno di un padre. Di questa figura ne abbiamo già parlato, di recente anche con Michael Dall'Agnello.
Il libro che proponiamo oggi è un libro toccante e profondo e approfondisce proprio al figura del padre nella vita di un bambino. Un’uscita recente, 2 Ottobre 2013, in cui si parla del rapporto difficile che può crearsi tra marito e moglie dopo la nascita di un figlio. Un rapporto a due che deve tramutarsi in un rapporto a tre. Difficoltà e emozioni vengono viste dall’autore con un occhio critico e che va a fondo, anche perchè tratta un tema vissuto realmente dallo scrittore.
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Il padre infedele è un romanzo in cui Antonio Scurati racconta le vicende di una famiglia, sul cui sfondo scorre lo scenario desolante di un’Italia travolta dalla crisi economica. Glauco e Giulia sono marito e moglie. Un giorno Giulia, mentre sono in cucina, dice a Glauco che qualcosa in lei è cambiato, che non ama più gli uomini. Questa, per Glauco Revelli, è l’occasione per cercare di fare un po’ di chiarezza nella sua vita. Lui è un uomo di circa quarant’anni, che ha conseguito una laurea in filosofia. Dal padre ha ereditato un ristorante storico di Milano, che nel tempo ha saputo crearsi un giro di clienti fissi. Dopo aver a lungo vagabondato negli affetti e nelle relazioni sessuali, un giorno Glauco ha conosciuto Giulia, una redattrice. Si innamora e con lei inizia a convivere. Tutto va per il meglio fino a quando non arriva Alice, la loro figlia. La nascita di Alice ha stravolto completamente i loro equilibri di coppia, e Giulia, entrata in una profonda crisi post parto, è diventata fredda e distante nei confronti di Glauco. Intanto Glauco inizia a vivere il rapporto con la figlia, a scoprire una nuova dimensione esistenziale, a sperimentare le gioie e le difficoltà dell’essere padre. Allo stesso tempo, però, Glauco diventa infedele nei confronti della moglie. Nel frattempo gli affari del ristorante non vanno per il meglio. Il crollo dei consumi e la crisi dei crediti delle banche mettono in serio pericolo la prosecuzione dell’attività lavorativa. Per Glauco è un momento difficile, sia dal punto di vista lavorativo, sia per quello sentimentale e degli affetti famigliari. Il padre infedele, di Antonio Scurati, racconta la storia di una famiglia milanese in crisi.

lunedì 18 novembre 2013

SAVE THE DATE: la famiglia a tavola, non una banale serata di educazione alimentare, ma suggerimenti per come fare diventare il momento del pasto una festa

SAVE the DATE: Giovedì 21 Novembre  ore 20.45
LA FAMIGLIA A TAVOLA: parlare, giocare, capirsi
dott.ssa Manuela Cantoia – docente di psicologia generale Univ. Cattolica di Milano
presso: Scuola Monforte FAES – via Visconti d’Aragona ang via Amadeo, 11 Milano
Uno dei temi importanti che stanno alla base della programmazione dei nidi delle scuole FAES quest’anno sarà la famiglia a tavola.
Vi proponiamo una conferenza della dott.ssa Manuela Cantoia, docente di psicologia generale alla Cattolica di Milano, che non ci terrà un incontro sulla nutrizione o sull’educazione alimentare, ma ci racconterà come far diventare il momento del pasto in famiglia un’occasione per crescere, come persone e come famiglia.
Attorno alla tavola la famiglia cresce e si trasforma; per i genitori il momento del pasto può diventare  un momento educativo. Manuela Cantoia ci illustrerà in maniera divertente e con un’infinità di spunti operativi, come utlizzare il momento del pasto per potenziare l’autonomia, la responsabilità, la condivisione delle regole, come trasferire il valore del cibo ai nostri bimbi e come a tavola si possa consolidare il senso  dell’identità familiare.
Non perdetevi questa occasione!!


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venerdì 15 novembre 2013

Open Day 2013 - il 16 Novembre in via Fossati le scuole Faes vi aspettano per aprirvi le loro scuole!


Ti sei perso l'Open Day delle Scuole FAES di sabato scorso? 
Hai dimenticato di invitare un amico? 
Vuoi venire a vedere un'altra delle fantastiche Scuole FAES? 

Ti aspettiamo 
SABATO 16 NOVEMBRE dalle 9 alle 15 
in via Fossati 2/a 

Prima di decidere se partecipare volete saperne un po' di piu? 
Ecco un video che racconta l' Open Day del 9 novembre. 
E dopo averlo visto sicuramente sarete con noi sabato 16.



mercoledì 13 novembre 2013

Tablet fin da piccoli, si o no?

In un articolo pubblicato sul Corriere della Sera, martedì 29 Ottobre, Silvia Vegetti Finzi,  psicoterapeuta per i problemi dell'infanzia, della famiglia e della scuola, afferma che "il 38% degli americani sotto i due anni ha già usato iPhone e tablet (la stessa percentuale, due anni fa, era riferita ai piccoli con meno di otto anni). In media trascorrono davanti a vari schermi (tv, computer, iPhone e tablet vari) un?ora sotto i due anni, due ore dai 2 ai 4 e due ore e 20 minuti dai 5 agli 8".
E in Italia come siamo messi? Beh chiunque abbia in casa un bimbo o abbiamo a che fare con bambini si è reso conto che qualcosa sta cambiando. Questi bambini crescono a pane e tablet, hanno i polpastrelli pronti ad allargare immagini sui device multimediali, hanno innata la capacità di capire come funziona internet e il mondo virtuale che ne deriva. Anche in Italia quindi possiamo dire che, anche senza avere dati precisi alla mano, i bimbi sono digitali.




Ma anche in questo caso vale il detto "Il troppo stroppia", e i pediatri affermano che non bisogna esagerare. Soprattutto, aggiungerei, va valutata età e personalità del bambino. 

Voi genitori cosa ne pensate? Tablet si o tablet no? Tablet si ma con moderazione, oppure che ne facciano i bambini l'uso che preferiscono e ai genitori il compito di supervisionare?

Fateci sapere!!




lunedì 11 novembre 2013

MunLab: uno spazio vuoto proteso all'azione creativa

Crediamo nel valore della famiglia e pensiamo che il tempo che i genitori passano insieme ai figli sia di valore, e che porti positività ai genitori e ai figli stessi! 
Per questo vi presentiamo Munlab, un centro permanente a Milano che vi da la possibilità di divertirvi e passare del tempo insieme a vostro figlio sviluppando allo stesso tempo creatività e pensiero progettuale. 
Munlab nasce con l’obiettivo di far conoscere e sperimentare il Metodo Bruno Munari®; nel nome è racchiusa l’essenza del suo essere: Mun sta per Munari e Lab è lo strumento essenziale del metodo, i laboratori creativi per bambini e adulti.

Dal gennaio 2008, in via Sardegna, i bambini possono giocare con i laboratori polisensoriali, ci sono anche possibilità per le scuole e per i privati.
Il nuovo spazio creativo milanese continua la tradizione di lavoratori Bruno Munari in città e ne arricchisce la rete, già attiva in vari luoghi d'Italia e all'estero: Faenza, Prato, Cantù, Tokyo e Gerusalemme.





Per approfondire e per scoprire di più quali sono le attività di questo centro vi rimandiamo al loro sito, dove troverete informazioni su Munlab e sulle sue attività. 

MunLab, via Sardegna, 55 –  20146 Milano
Come raggiungerlo: mezzi ATM 67 – 91; metro linea rossa, fermata Wagner.
Cell.: 349.4090160
Mail:  info@munlab.it

venerdì 8 novembre 2013

I lavori che nessuno vuole fare...forse perchè le scuole non preparano adeguatamente?

Si parla sempre di crisi, ma forse non si sa che ci sono lavori che in realtà crisi non ne hanno. O per lo meno non come la intendiamo noi. Più che altro vanno al contrario: si cerca tanto personale ma effettivamente ci sono poche persone che vogliono fare tali lavori.
E non si tratta solo di lavori da artigiano, ma anche tanti altri più comuni, come il farmacista e il contabile.

Nel blog GravitàZero trovate un'analisi approfondita e dettagliata di questo problema.

Quale sarà il problema?  Troppo lavoro e poca retribuzione? Lavori più particolari e difficili che nessuno ha il coraggio di intraprendere? Oppure le scuole non preparano adeguatamente gli studenti a queste occupazioni? 

Cosa potrebbero fare le istituzioni scolastiche per evitare che questo fenomeno si allarghi sempre più?




mercoledì 6 novembre 2013

Scuole digitalizzate: ma chi insegna agli insegnanti?






Abbiamo parlato di università online e della crescita imminente che tali strutture stanno avendo negli ultimi anni; della rapidità con cui le scuole diventano sempre più tecnologiche e 2.0.

Ma a chi spetta il compito di istruire i docenti in maniera tale da riuscire a gestire questi cambiamenti e insegnare sempre meglio come utilizzare gli strumenti web?

Beppe Severnigni ha detto la sua all’interno della sua rubrica Italians sul Corriere della Sera. Rispondendo ad una domanda in merito a come far decollare la scuola digitale, ha affermato che tale compito spetta agli insegnanti, debitamente istruiti però. E proprio tale istruzione può essere garantita grazie agli stessi studenti che, conoscendo gli strumenti, aiutano i docenti a capire meglio come utilizzarli e sfruttarli al meglio.

A questa affermazione è stata rivolta una critica da parte di un docente stesso, che invece scrive sul suo blog personale, che non è per nulla d'accordo con lo scrittore per il semplice motivo che "La familiarità col mezzo non vuol dire competenza".

Alessandro Bencivenni, 33 anni, toscano, docente di ruolo della Scuola Secondaria, è il professore che ha fatto tale obiezione, e prosegue sul blog spiegando perchè non è d'accordo con Severnigni e spiegando quindi il suo punto di vista.







"Qualche giorno fa è uscito un articolo sul Corriere delle Comunicazioni che ho subito condiviso, con un titolo che lascia poco spazio ad interpretazioni: Carrozza: “La scuola digitale non sarà di Stato”. Roba da far prendere un colpo ai più deboli di cuore, che nel Digitale ci credono e da tanto, oppure una semplice conferma per quelli che avevano intuito da un pezzo che alla fine tutto si sarebbe risolto con un “Signori, i soldi sono finiti, andate pure a cercarli altrove”. Certo, il Ministro parla di “ dotare le scuole di un fondo” per gli acquisti tecnologici, e quindi non solo di ricorrere a sponsorizzazioni private, tuttavia, se tanto mi dà tanto, sono abbastanza sicuro che saranno davvero pochi spiccioli.
Alla luce di tutto questo, con i soldi per le infrastrutture che non ci sono, è ancora realistico sperare che il MIUR investa in una massiccia ed efficace formazione in tema Scuola Digitale su scala nazionale? Sperare, fortunatamente, non costa niente, ma forse è necessario correre ai ripari e cercare delle soluzioni alternative.
La prima, indispensabile anche nel caso di un’azione da parte del Ministero, è quella dell’auto-aggiornamento: createvi quello che gli anglosassoni chiamano un PLN, ovvero un personal learning network, una rete di persone, associazioni ed enti che, attraverso Internet e grazie allo scambio di idee ed esperienze vi mette in condizione di apprendere qualcosa che non sapevate. ProfDigitale.com potrebbe far parte del vostro PLN, ma anche tanti account presenti su Twitter (date un’occhiata a quelli che seguo io), gruppi su Facebook comeInsegnanti 2.0, e numerosi siti internet nazionali o internazionali. Vi posso assicurare che in questo modo avrete in poche ore una dose di input che mai nessun corso d’aggiornamento potrà darvi. Ovviamente ci si deve rimboccare le maniche, avere sete di conoscenza e voglia d’imparare, ma sono sicuro che, nonostante tutte le avversità, nel corpo docente sono ancora in tanti ad averne.
E se un domani dovessero spuntare i soldi per fare formazione in maniera più “classica”? Per favore Ministro, le rivolgo un appello accorato, non mettiamo in mano questi corsi a persone che l’ultima volta che hanno visto un’aula di scuola è stato per  il loro orale della Maturità;faccia in modo che siano gli insegnanti a formare gli insegnanti, perché solo questi ultimi sanno cosa serve all’interno di una classe, e cosa veramente si può fare con i ragazzi. Ci sono colleghi che non hanno niente da invidiare agli esperti delle università e che conoscono nel dettaglio sia le nostre esigenze, sia qual è lo stato dell’arte dell’education technology. Lasci che siano loro a formare chi dovrà mettere in pratica davvero la Scuola Digitale del futuro."
Dopo avere letto il quadro generale di tale discorso...secondo voi chi deve allora istruire i docenti? Sono gli studenti che devono aiutare e passare dall'altro lato della cattedra o è lo Stato che deve predisporre di esperti del settore per informare come si deve, o sono altri attori ancora che possono riuscire in questo compito?



lunedì 4 novembre 2013

OPEN DAY Save the Date: Sabato 9 e 16 Novembre 2013

Perché venire agli Open Day? 
Ve lo spiegano i protagonisti delle nostre scuole!




Open Day scuole FAES
Aurora, Argonne, Monforte
9 novembre - via Amadeo 11, orario 9-15
16 Novembre - via Fossati 2/A, orario 9-15

venerdì 1 novembre 2013

Anche lo sport diventa social, con Sportboom!

Le scuole Faes vogliono promuovere uno stile di vita che faccia crescere i ragazzi non solo intelligenti ma anche curiosi e desiderosi di intraprendere nuove avventure. Lo sport è molto importante per raggiungere questo obiettivo. Ecco perchè oggi vogliamo farvi conoscere questa iniziativa fantastica e che riesce a coniugare diversi aspetti che sono essenziali per la crescita dei ragazzi!



SPORTBOOM! Ovvero il primo servizio online per cercare e acquistare le migliori offerte legate al mondo dello sport anche con il proprio gruppo di amici. Conta già 100.000 visite al mese e dispone un database di oltre 20.000 strutture sportive censite. Su un’unica piattaforma, è possibile cercare, scegliere e acquistare l’attività sportiva preferita, scegliendo tra più di 400 offerte per oltre 100 sport diversi e 200 strutture sportive su tutto il territorio italianoSuSportboom.it è possibile trovare proposte per avventure estreme come il parapendio, il rafting o il driving racing, corsi per adulti e bambini che vanno dalla zumba alla boxe fino al tennis e, ancora, sport e attività perfette per l’estate come il kite surf, hydrospeed o beach volley. Sono disponibili su tutto il territorio nazionale, abbonamenti, pacchetti e attività a prezzi scontati soprattutto per chi vuole praticare sport con gli amici. Insomma, c’è solo l’imbarazzo della scelta, l’unico requisito è la passione per lo sport.


Con Sportboom.it è possibile trovare l’attività, il corso o l’abbonamento più adatto ai propri gusti o attitudini, basta andare su www.sportboom.it e iniziare la ricerca. Una volta individuata l’offerta, si procede alla registrazione al sito, anche tramite account Facebook, per acquistare direttamente online e iniziare a vivere un’esperienza coinvolgente e divertente.
La caratteristica principale di Sportboom.it è la possibilità di risparmiare nell’acquisto se si riesce a coinvolgere più amici nell’attività. Grazie alla funzione “Best with Friends” è possibile acquistare a prezzi ancora più scontati pacchetti di attività, in base al numero di persone coinvolte: si invitano gli amici via email o Facebook e poi, in base a coloro che hanno deciso di partecipare, sarà mostrato il costo finale a persona con la possibilità, inoltre, di scambiarsi domande e commenti.
Una modalità carina e divertente di conoscere nuovi sport, darsi da fare per trovare la soluzione migliore, fare amicizia con nuove persone, e via dicendo!
Che ne pensate? Sport per tutti?!