L’ing. Artale ha ceduto ai presenti i ricordi delle terribili violenze subite da un bambino di appena cinque anni e trasmesso quanto di buono abbia potuto imparare: l’amore verso la Vita.
Padre cattolico e madre ebrea, Samuel Artale fu deportato insieme a tutta la famiglia ad Auschwitz dove morirono il padre, la madre, il nonno, la zia e la sorella e dal quale uscì, unico superstite della famiglia, il 27 gennaio 1945 quando l'Armata Rossa aprì i cancelli.
Il piccolo Samuel (aveva otto anni), provato nel fisico, ma che mai aveva perso la speranza di sopravvivenza, fu preso in consegna dalla Croce Rossa Internazionale e affidato ad una associazione ebraica che lo trasferì negli Stati Uniti.
Oggi vive a Padova ed é docente di Normative Internazionali presso l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Palermo nonché Valutatore di Sistemi di Gestione per la Qualità, Ambiente e Sicurezza.
Una testimonianza straordinaria e commovente degli orrori della Shoah sulla quale, per quanto si conosca, non si finisce mai di interrogarsi e non si rifletterà mai abbastanza.
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