Gli uomini dell’ Argonne
Interviste ad ex
alunni del liceo scientifico Argonne.
Stefano
Marguccio
Classe
1975, maturità 1994, si laurea in giurisprudenza nel 1999
all'Università
Statale di Milano. Dopo una breve esperienza lavorativa frequenta nel
2003 il Master in Management Pubblico organizzato dalla Scuola di
Direzione Aziendale della Bocconi con una borsa di studio del Comune
di Milano. Nel 2004 entra a far parte della carriera diplomatica, suo
pallino fin da quando aveva 16 anni. Sposato con Cristina e padre di
Giulia, nata nel 2006, parte per la sua prima sede estera come
Console d'Italia a Scutari in Albania. Dal 2010 è il Rappresentante
Permanente Aggiunto dell'Italia presso le Organizzazioni delle
Nazioni Unite in Roma.
1)
Che cosa le ha dato in particolare di positivo Argonne che le è
servito per la sua crescita personale?
Ho frequentato la Scuola Argonne alle
medie e al liceo, due periodi chiave per la formazione della persona
che sono oggi. Ripensando a quel percorso direi che la cosa più
importante è stata la consapevolezza di partecipare ad uno sforzo
educativo in cui docenti e discenti si sentivano parte di un progetto
comune. Una scuola in cui i bidelli non ci sono e dove quindi gli
studenti dedicano una piccola parte del loro tempo a turno a svolgere
un servizio per la struttura, una scuola in cui un professore si fa
carico di parlare alla classe di virtù umane e civiche, una scuola
in cui si cerca il rapporto personale con l'alunno e il dialogo è
davvero una struttura rivoluzionaria. In questo modo non si formano
solo studenti preparati e motivati, ma anche cittadini pronti al
servizio della comunità e al rispetto delle regole e credo che mai
come oggi ci sia bisogno di promuovere valori come questi.
2)
In che modo Argonne l’ha aiutata ad affrontare il mondo
professionale?
Il
Liceo mi ha aiutato a consolidare due cose che ritengo fondamentali
anche per la mia vita lavorativa di oggi: un buon metodo di studio e
una forte curiosità intellettuale. Le relazioni internazionali oggi
sono caratterizzate dal dover gestire una quantità incredibile di
informazioni sia di tipo normativo che fattuale. Solo un adeguato
esercizio di spirito critico, accompagnato ad una buona memoria e
alla gestione del tempo, ti permettono di organizzare queste
informazioni e di renderle utili per il lavoro e si tratta più o
meno degli stessi strumenti utili a preparare un'interrogazione di
letteratura. L'Argonne poi mi ha insegnato ad affrontare lo studio in
un'ottica multidisciplinare, facendo collegamenti continui tra
storia, matematica, geografia, economia e letteratura. Questo sguardo
a trecentosessanta gradi ritengo sia ancora oggi lo sguardo con cui,
da diplomatico, devo guardare il mondo.
3)
Scuola omogenea maschile: un vantaggio o uno svantaggio? Perché?
Direi sia vantaggio che svantaggio.
Per una breve stagione della mia vita sono stato educatore scout e so
bene che maschi e femmine tra gli 11 e i 18 anni appartengono a due
mondi molto differenti (e i maligni potrebbero insinuare che anche
dopo le cose non migliorano). L'educazione "sartoriale" per
i due sessi ha dunque senso. Per parte mia poi non posso non
affermare che i legami stretti all'Argonne con i miei compagni di
classe siano un tesoro che custodisco ancora oggi, dopo aver cambiato
città e Paese, e ritengo che alla profondità di quei legami abbia
di sicuro contribuito il fatto che la nostra fosse una classe solo
maschile. Per vivere bene un'esperienza del genere ritengo però sia
fondamentale che il singolo venga aiutato a costruirsi parallelamente
un ambito di socializzazione "misto". Per me è stato lo
scoutismo, per altri miei amici, l'oratorio. Qui credo entrino in
gioco i genitori e le attitudini alla socializzazione del singolo.
4)
Un mondo tutto maschile: assomiglia più ad una caserma, ad una
squadra sportiva o a un'avventura di pirati? Perchè?
Non ho fatto il militare e non ho mai
partecipato ad una squadra, quindi mi resta solo l'opzione piratesca,
che dal punto di vista professionale dovrei condannare come hostes
humani generis. Quello che posso dire è che, per una felice
combinazione di ottimi professori e compagni di classe straordinari,
i miei anni alle medie prima e soprattutto al liceo poi, sono stati
tra i più spensierati e allegri della mia vita. Andare a scuola era
un divertimento. Nonostante ci fossero dei gruppi di compagni più
affiatati (quando ci ritroviamo per una cena facciamo ancora
riferimento ai Bambini Buoni, ai Bambini Cattivi e ai Bambini di
Ponzio Pilato), avevamo un forte spirito di classe e abbiamo di
sicuro dato filo da torcere a più di un professore con il nostro
cameratismo. Se devo trovare un parallelismo immaginifico direi che
eravamo un po' come Robin Hood e gli Allegri Compagni della Foresta.
5)
Può condividere un breve ricordo, un episodio, della sua vita
scolastica?
Le
prime immagini che mi vengono in mente non sono particolarmente
edificanti, del tipo io che mi calo con un lenzuolo dalla finestra
della camera in gita scolastica, oppure il mio amico Sergio che entra
dalla finestra della classe vestito da Babbo Natale e distribuisce
regali al professore di Biologia per evitare di fare lezione, ma se
smetto di ridere sento anche il silenzio religioso mentre ascoltavamo
le lezioni di storia del Professor Torresani, le discettazioni tra
noi sulla poesia di T.S. Eliot e quella voglia di cambiare il mondo
che oso dire che ci è rimasta, anche oggi che abbiamo i capelli
bianchi e delle mogli e dei figli che ci aspettano a casa.
6)
Perchè scegliere oggi Argonne?
Perchè
soprattutto oggi la scelta della scuola è fondamentale per
assicurare il futuro dei nostri figli e perchè è palese che
l'Italia ha bisogno non solo di buoni studenti ma di buone persone e
la persona è al centro del progetto educativo dell'Argonne.
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