mercoledì 6 novembre 2013

Scuole digitalizzate: ma chi insegna agli insegnanti?






Abbiamo parlato di università online e della crescita imminente che tali strutture stanno avendo negli ultimi anni; della rapidità con cui le scuole diventano sempre più tecnologiche e 2.0.

Ma a chi spetta il compito di istruire i docenti in maniera tale da riuscire a gestire questi cambiamenti e insegnare sempre meglio come utilizzare gli strumenti web?

Beppe Severnigni ha detto la sua all’interno della sua rubrica Italians sul Corriere della Sera. Rispondendo ad una domanda in merito a come far decollare la scuola digitale, ha affermato che tale compito spetta agli insegnanti, debitamente istruiti però. E proprio tale istruzione può essere garantita grazie agli stessi studenti che, conoscendo gli strumenti, aiutano i docenti a capire meglio come utilizzarli e sfruttarli al meglio.

A questa affermazione è stata rivolta una critica da parte di un docente stesso, che invece scrive sul suo blog personale, che non è per nulla d'accordo con lo scrittore per il semplice motivo che "La familiarità col mezzo non vuol dire competenza".

Alessandro Bencivenni, 33 anni, toscano, docente di ruolo della Scuola Secondaria, è il professore che ha fatto tale obiezione, e prosegue sul blog spiegando perchè non è d'accordo con Severnigni e spiegando quindi il suo punto di vista.







"Qualche giorno fa è uscito un articolo sul Corriere delle Comunicazioni che ho subito condiviso, con un titolo che lascia poco spazio ad interpretazioni: Carrozza: “La scuola digitale non sarà di Stato”. Roba da far prendere un colpo ai più deboli di cuore, che nel Digitale ci credono e da tanto, oppure una semplice conferma per quelli che avevano intuito da un pezzo che alla fine tutto si sarebbe risolto con un “Signori, i soldi sono finiti, andate pure a cercarli altrove”. Certo, il Ministro parla di “ dotare le scuole di un fondo” per gli acquisti tecnologici, e quindi non solo di ricorrere a sponsorizzazioni private, tuttavia, se tanto mi dà tanto, sono abbastanza sicuro che saranno davvero pochi spiccioli.
Alla luce di tutto questo, con i soldi per le infrastrutture che non ci sono, è ancora realistico sperare che il MIUR investa in una massiccia ed efficace formazione in tema Scuola Digitale su scala nazionale? Sperare, fortunatamente, non costa niente, ma forse è necessario correre ai ripari e cercare delle soluzioni alternative.
La prima, indispensabile anche nel caso di un’azione da parte del Ministero, è quella dell’auto-aggiornamento: createvi quello che gli anglosassoni chiamano un PLN, ovvero un personal learning network, una rete di persone, associazioni ed enti che, attraverso Internet e grazie allo scambio di idee ed esperienze vi mette in condizione di apprendere qualcosa che non sapevate. ProfDigitale.com potrebbe far parte del vostro PLN, ma anche tanti account presenti su Twitter (date un’occhiata a quelli che seguo io), gruppi su Facebook comeInsegnanti 2.0, e numerosi siti internet nazionali o internazionali. Vi posso assicurare che in questo modo avrete in poche ore una dose di input che mai nessun corso d’aggiornamento potrà darvi. Ovviamente ci si deve rimboccare le maniche, avere sete di conoscenza e voglia d’imparare, ma sono sicuro che, nonostante tutte le avversità, nel corpo docente sono ancora in tanti ad averne.
E se un domani dovessero spuntare i soldi per fare formazione in maniera più “classica”? Per favore Ministro, le rivolgo un appello accorato, non mettiamo in mano questi corsi a persone che l’ultima volta che hanno visto un’aula di scuola è stato per  il loro orale della Maturità;faccia in modo che siano gli insegnanti a formare gli insegnanti, perché solo questi ultimi sanno cosa serve all’interno di una classe, e cosa veramente si può fare con i ragazzi. Ci sono colleghi che non hanno niente da invidiare agli esperti delle università e che conoscono nel dettaglio sia le nostre esigenze, sia qual è lo stato dell’arte dell’education technology. Lasci che siano loro a formare chi dovrà mettere in pratica davvero la Scuola Digitale del futuro."
Dopo avere letto il quadro generale di tale discorso...secondo voi chi deve allora istruire i docenti? Sono gli studenti che devono aiutare e passare dall'altro lato della cattedra o è lo Stato che deve predisporre di esperti del settore per informare come si deve, o sono altri attori ancora che possono riuscire in questo compito?



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