Abbreviazioni, acronimi, omissione di parti del discorso, sono le caratteristiche del linguaggio ai tempi della comunicazione globale. Lo spazio va utilizzato in economia e l’unico tempo possibile è il presente, rapido, veloce, effimero.
È giusto ritenere i social network e le chat responsabili della morte del linguaggio corretto? Parrebbe proprio di sì. Recentemente, l’Università di Manchester ha effettuato uno studio prendendo in esame ragazzi dai 18 ai 24 anni e verificando la loro capacità di scrittura. Sono emersi dei dati preoccupanti. Pare che il 22% degli intervistati (un dato non di poco conto) abbia ammesso di avere delle difficoltà a scrivere correttamente un testo senza avvalersi del correttore ortografico o un dizionario. La spiegazione per cui così tanti ragazzi commettano errori (anche gravi) di scrittura, sta nell’uso eccessivo delle abbreviazioni e dello slang tipico delle chat e dei social network.
Nel mondo delle chat la comunicazione avviene attraverso la parola scritta e viene penalizzata dalla lentezza della rete e dalla difficoltà di far comprendere all’interlocutore il nostro stato d’animo, con conseguente fraintendimento tra le parti. Nel tempo, il linguaggio delle chat si è arricchito di moltissime espressioni e acronimi che, se da un lato hanno contribuito a renderlo più veloce e più efficace dal punto di vista della comunicazione, dall’altro penalizzano la lingua perché decade l’esigenza di attenersi alle regole della grammatica e dell’ortografia.
Alcune espressioni addirittura sono entrate nel linguaggio comune, una su tutte: “ti taggo”. L’aspetto più negativo è dato dall’effetto che queste distorsioni linguistiche hanno sulle generazioni di bambini nati nell’era del computer e di internet: il loro scrivere “scorretto” si è trasformato da un vezzo alla norma.
Nei paesi di lingua anglosassone il linguaggio delle chat è diventato quasi una nuova lingua, a volte incomprensibile per chi non è abituato a comunicare attraverso di essa. Le abbreviazioni (di tre o più lettere) di frasi e parole, permettono una digitazione più veloce riducendo i tempi di attesa in chat. Sono usati soprattutto nella lingua inglese, che è anche l’idioma più usato tra i chatters di tutto il mondo.
Chissà, forse abbiamo sottovalutato la cosa, ma questa forma di linguaggio ha ampiamente sconfinato nel linguaggio comune, soprattutto quello giovanile. Le abbreviazioni e le faccine, meglio note come emoticons, vengono utilizzate in ogni comunicazione che implichi una scrittura veloce.
I ragazzi si identificano in questo modo di comunicare e ne sono protagonisti. L’uso e la comprensione del linguaggio segna l’appartenenza ad un gruppo, che non è più la semplice comitiva di amici o di compagni di scuola ma quella del villaggio globale.
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