Homo ludens è una mostra costruita sul gioco e finalizzata a valorizzare la presenza del
fattore ludico nell’arte contemporanea.
L’esposizione, curata da Francesco
Tedeschi,
presenta trentadue opere che in vario modo si rapportano con il tema del gioco,
elemento fondamentale della creazione artistica, che permette anche di interpretare molti
aspetti del comportamento e delle relazioni umane, secondo quanto storici,
antropologi, filosofi, matematici ed economisti hanno dimostrato.
Le opere proposte, selezionate fra quelle
conservate nelle collezioni Intesa Sanpaolo, spaziano da realizzazioni di Fortunato
Depero e Max
Ernst, a testimonianza del
modo in cui il gioco è motivo pregnante delle ricerche di Futurismo e
Surrealismo, a lavori di autori del secondo Novecento, comeEnrico
Baj, Grazia
Varisco, Ugo
Nespolo, Aldo
Spoldi, e della generazione di
fine secolo, comeGrazia Toderi, Paola Pezzi, Liliana Moro, Maurizio Arcangeli. Sono raccolte con riferimento a modelli
visivi e logici, che passano attraverso la manipolazione dei materiali, la
definizione di “regole del gioco”, per toccare gli spostamenti generati dalle
forme di ribaltamento visivo e di rapporto tra “piccolo” e “grande”, meccanismi
propri della fiaba e del gioco.
Ospite
d’onore della mostra sono gli scacchi di Enrico Baj, di collezione privata, realizzati nel
1987 e collocati su una scacchiera creata per l’occasione. Nelle figure ideate
da Baj, una diversa dall’altra nella forma e nel colore, aleggia una strana
anarchia, che non vuole riconoscere la disciplina delle regole e la strategia
delle parti.
La Monographia è arricchita da un catalogo
edito da Skira e da
un percorso multimediale a cura di Francesca Pola con Zenit Arti
Audiovisive che,
attraverso una ricca documentazione iconografica, invita il visitatore a
esplorare il tema del gioco nell’arte del Novecento, attraverso letture
e approfondimenti trasversali, tra storia, filosofia, antropologia e pedagogia, con ampliamenti iconografici e testuali,
che include anche una particolare sezione dedicata ai libri
d’artista per bambini.
“Una provocazione sorge dalla pratica
artistica: il gioco non può essere una modalità per recuperare un’integrità
della persona da riconoscersi innanzitutto nella condizione infantile, in quel
tempo in cui tutto è esistente e possibile, nel quale si ha il mondo a
disposizione? Forse in quel tempo "felice" ciascuno colloca la sua
visione ideale e profonda della realtà, trascorrendo il resto della vita a
cercare di ricostruirla. Si tratta forse di una delle possibili vie di fuga
dalla realtà e dalla razionalità, che individua in una ideale "età dell’oro"
il modello al quale aspirare, al quale conformarsi. Del resto siamo tutti
portati a riconoscere nel gioco infantile una componente formativa, per cui
vediamo in esso un modo in cui il bambino si prepara all’età adulta,
apprendendo, per imitazione, competenze e atteggiamenti, ma non è detto che
tutto debba essere finalizzato all’acquisizione di una condizione adulta, di
maturità, di potere, di aspirazione a un’altra e forse "seconda"
compiutezza, irraggiungibile in termini esistenziali o umani (il Citizen Kane
del film Quarto
Potere di
Orson Welles ne può essere un valido esempio: l’uomo che ha tutto, ma che
rimpiange, nel ricordo, la slitta perduta che aveva da piccolo).”
(F. Tedeschi, dal catalogo della mostra)
(F. Tedeschi, dal catalogo della mostra)
Fortemente consigliata ai “minori”, la
mostra è inoltre corredata da una pubblicazione per bambini, curata da Civita Servizi ed edita da
Skira, che saràdistribuita gratuitamente a tutti i “piccoli visitatori”.
In occasione dell’esposizione verranno
proposte attività collaterali fra cui numerosi laboratori didattici e tre incontri:
uno dedicato all’opera di Max Ernst in mostra, alla sua storia e al suo
recupero; un secondo con lo psichiatra Gustavo Pietropolli Charmet, che
interverrà sul ruolo del gioco nel rapporto fra la condizione adulta e quella
infantile; il terzo sarà con Stefano Bartezzaghi, attorno allo spirito del
gioco.
La mostra Homo ludens. Quando l’arte incontra il gioco è a ingresso libero come l’intera proposta espositiva delle
Gallerie di Piazza Scala.
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