la prossima serata proposta da Associazione Faes:
4 marzo 2013
Caravaggio: l'urlo e la luce
presso il teatro IMI via Visconti d'Aragona Milano
Il profumo dei limoni
Jonah Lynch e la tecnologia
Il profumo dei limoni come antidoto all’abuso di tecnologia.
Così si può riassumere il messaggio proposto da Padre Jonah Lynch, fisico e
vicerettore del seminario della Fraternità Sacerdotale dei Missionari di San
Carlo Borromeo e autore di un interessante e affascinante saggio sulla
tecnologia e i rapporti umani nell’era di Facebook edito da Lindua e che porta
proprio questo titolo il profumo dei
limoni.
Nell’incontro organizzato dall’associazione Faes lo scorso
giovedì 21 febbraio presso il teatro dell’Istituto Maria Immacolata (a questo link si trova l'audio della serata),
Lynch affiancato dal giornalista Giuseppe Romano, che lo ha intervistato a beneficio di tutti i presenti, ha analizzato l’impatto che la tecnologia ha sulla nostra vita e come possiamo gestirla al meglio. Perché, ha spiegato l’autore, la tecnologia non è neutra. Se non possiamo certo affermare che non sia cattiva in sé, è anche vero che non si può ignorare che influenzi, e pesantemente, la nostra vita. Anche la nostra fisiologia. Che effetto ha sul nostro cervello essere sempre connessi? Leggere non più sequenzialmente, come un testo scritto, ma a F come si fa con i siti web? Che impatto ha vivere contemporaneamente in rete e nel mondo? La tecnologia è pervasiva: che influenza ha tutto questo sulle relazioni, sull’educazione, sull’istruzione?
Lynch affiancato dal giornalista Giuseppe Romano, che lo ha intervistato a beneficio di tutti i presenti, ha analizzato l’impatto che la tecnologia ha sulla nostra vita e come possiamo gestirla al meglio. Perché, ha spiegato l’autore, la tecnologia non è neutra. Se non possiamo certo affermare che non sia cattiva in sé, è anche vero che non si può ignorare che influenzi, e pesantemente, la nostra vita. Anche la nostra fisiologia. Che effetto ha sul nostro cervello essere sempre connessi? Leggere non più sequenzialmente, come un testo scritto, ma a F come si fa con i siti web? Che impatto ha vivere contemporaneamente in rete e nel mondo? La tecnologia è pervasiva: che influenza ha tutto questo sulle relazioni, sull’educazione, sull’istruzione?
Lynch ha sottolineato
come il tempo che stiamo vivendo, caratterizzato da un velocissimo passaggio da
un mondo tradizionale ad uno basato sulla multidimensionalità imposta dalla
tecnologia e potremmo perdere, in questa epoca breve, l’occasione di
trasmettere la cultura. Infatti la generazione dei padri, che ha memoria del
mondo precedente all’avvento della rete e che conserva il ricordo delle epoche
anteriori narrato dai nonni, può non riuscire a condividere questa cultura con
i figli lanciati verso un mondo nuovo e ancora oscuro.
Lynch ovviamente non demonizza la tecnologia né predica un
abbandono dei mezzi che abbiamo a disposizione per gestire la velocità di
connessione, caldeggia solamente una accorta gestione di questi strumenti che
possono sì aiutarci, ma anche permetterci di provare sentimenti a comando in
una sorta di delirio di onnipotenza, di profumo nietschiano di volontà di
potenza.
Come resistere a questa tentazione, come difendersi da questa deriva? Con la riscoperta e la riconquista del locale, del piccolo spazio intorno al cuore: il profumo dei limoni appunto, che rappresentano quella solarità improvvisa che ci ricorda l’importanza dell’esperienza reale. Dobbiamo trovare la forza di spegnere il mondo per dedicarci, cuore e anima, al nostro intorno, alla relazione con i famigliari (in quante famiglie si tengono accessi i cellulari personali anche durante le cene insieme con interruzioni di quel clima di casa che marca il senso dell’intimità famigliare?) all’amore per il creato che abbiamo intorno. Questo il suggerimento di Lynch: amare ciò che abbiamo in torno per ciò che è, come ci è stato dato, che si tratti del panorama, del coniuge, del figlio, del fratello. Questo è ciò che ha fatto le cose grandi e belle nella storia dell’uomo: appiattire e semplificare tutto, rendere tutto uguale e globale mortifica l’umanità. La relazione è il centro della vita, una relazione personale e fisica: Cristo ha scelto questa strada, quel del cuore a cuore, per andare incontro all’uomo. Non può essere sostituito da un Tweet.
L’autore ci invita a riflettere anche sul valore del
silenzio e dell’attesa. Parlando dell’amore ci ricorda il valore di quel tempo
che andava dalla spedizione di una lettera all’arrivo della risposta: un tempo
di silenzio e sogni, di slanci moltiplicati dalla non consapevolezza di cosa
stesse accadendo. Un tempo per tenere vivo il pensiero e acceso. Molto più
inteso della frazione di secondo tra un SMS e una email.
la prossima serata proposta da Associazione Faes:
4 marzo 2013
Caravaggio: l'urlo e la luce
presso il teatro IMI via Visconti d'Aragona Milano
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.