ZeroNove, ZeroNoie...Non è un gioco di parole ma sono le due riviste che nascono all'interno dei licei Faes. Interamente ragazzi di ginnasio e liceo: redazione e giornalisti, sono studenti di Argonne e Monforte, che grazie a un'idea del professor Marcello Bramati (che gestisce e aiuta questi ragazzi con la stesura dei giornalini) nata quattro anni fa in un giorno come tanti altri delle sue vacanze nelle colline senesi, si riuniscono una volta a settimana e creano queste due interessanti riviste che ci spiegano il mondo con gli occhi da teenager.
Chi se non una delle giornaliste poteva parlarci di questa esperienza? Diamo allora la parola a Matilde Daverio, una delle prime voci di ZeroNove, che ha fatto parte della redazione dei suoi primi due anni di vita.
Chi se non una delle giornaliste poteva parlarci di questa esperienza? Diamo allora la parola a Matilde Daverio, una delle prime voci di ZeroNove, che ha fatto parte della redazione dei suoi primi due anni di vita.
Raccontaci un po' di come gestite la redazione, come è nata e cosa vi ha spinti a intraprendere questa avventura giornalistica.
ZeroNove non
è un giornalino scolastico”: questo la prima idea che è stata detta nel
presentare il progetto a noi liceali, sia della Monforte che dell’Argonne.
Quando facevo parte della redazione, eravamo una decina di ragazzi spinti tutti
dalla passione per la scrittura e dall’interesse di indagare e documentarci
sulle tematiche più disparate, dalla Politica (con la P maiuscola!) alla
letteratura, dalla musica alla storia, per presentarle in maniera accessibile
ai lettori, giovani e meno giovani. Avevamo un professore come punto di
riferimento, ma il direttore era uno di noi. Una volta alla settimana ci
trovavamo per la riunione: lavorando sui materiali a nostra disposizione,
scrivendo e correggendo, consigliandoci, prendeva forma il numero del mese
(anche se non sempre siamo riusciti a mantenere questa scadenza), che quindi
più che un giornalino scolastico si presentava come una piccola rivista culturale,
cosa di cui andavamo alquanto fieri.
Gli articoli
erano assegnati di volta in volta e potevano essere scritti singolarmente o in
coppia. Ovviamente ciascuno poteva proporre un tema su cui scrivere, o comunque
sceglieva in base ai propri interessi. Dopo la prima stesura, generalmente ci
si scambiavano gli articoli, per avere una prima impressione e poi per la
correzione.
Positività
e negatività di tale esperienza.
Partecipare
alla redazione di ZeroNove è stata sicuramente un’esperienza positiva. Oltre al
fatto che era una delle prime attività in comune tra la scuola dei ragazzi e
delle ragazze, contribuire alla creazione di una rivista culturale è
stimolante, interessante, ti permette di conoscere e approfondire temi
importanti, attuali o semplicemente di intrattenimento.
Come
è nata la tua partecipazione alla rivista?
Quando ho saputo dell’incontro di presentazione del progetto ero desiderosa di partecipare, visto l’interesse e l’entusiasmo per il giornalismo, che vedevo – e vedo tuttora – come un possibile sbocco lavorativo dopo gli studi. E infatti dopo il primo incontro ho dato la mia disponibilità e da lì è partita la collaborazione per due anni, cioè il penultimo e l’ultimo anno del liceo.
Quando ho saputo dell’incontro di presentazione del progetto ero desiderosa di partecipare, visto l’interesse e l’entusiasmo per il giornalismo, che vedevo – e vedo tuttora – come un possibile sbocco lavorativo dopo gli studi. E infatti dopo il primo incontro ho dato la mia disponibilità e da lì è partita la collaborazione per due anni, cioè il penultimo e l’ultimo anno del liceo.
Cosa
senti che ti sta dando, in termini di opportunità di crescita di capacità, questa esperienza?
Una redazione giornalistica in miniatura permette di imparare a gestire il materiale e le fonti per scrivere un articolo, a rispettare delle scadenze (e su questo c’è stato tanto da lavorare!), ma anche a scrivere a più mani, che si è rivelato essere veramente difficile.
Una redazione giornalistica in miniatura permette di imparare a gestire il materiale e le fonti per scrivere un articolo, a rispettare delle scadenze (e su questo c’è stato tanto da lavorare!), ma anche a scrivere a più mani, che si è rivelato essere veramente difficile.
Consiglieresti
ad altri di provare un'esperienza simile e perchè?
Lo consiglierei sia perché è un’opportunità di mettersi alla prova con la scrittura, sia perché è un’occasione per creare con “colleghi” ma anche amici un gruppo stimolante di indagine sui più disparati temi culturali. E un’attività di questo tipo permette di scovare ciò che di bello ed entusiasmante ci circonda, e di condividerlo con tutti i lettori.
Lo consiglierei sia perché è un’opportunità di mettersi alla prova con la scrittura, sia perché è un’occasione per creare con “colleghi” ma anche amici un gruppo stimolante di indagine sui più disparati temi culturali. E un’attività di questo tipo permette di scovare ciò che di bello ed entusiasmante ci circonda, e di condividerlo con tutti i lettori.
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