lunedì 29 aprile 2013

Ascoltare e dialogare, piccole riflessioni


TEMPO E PAZIENZA PER ASCOLTARE E DIALOGARE
Per ascoltare e dialogare occorre tempo. A volte siamo oppressi dalla fretta immaginaria. Andiamo di corsa, senza motivo, semplicemente perché siamo abituati così. Avere il coraggio di saper perdere tempo con i nostri cari. Se una persona ha bisogno di una giornata per parlare diffusamente di una certo problema, sappiamo tirarla fuori: è una giornata d’oro per la famiglia, molto più preziosa, in quella circostanza, di una giornata di lavoro. Se non abbiamo tempo in quel momento, lo diciamo: “Guarda, in questo momento non posso ascoltarti con calma, voglio dedicarmi a te completamente, quindi possiamo parlarne fra due ore? Stasera? Domani?". Dire esplicitamente che non abbiamo tempo in quel momento, anziché ascoltare nervosamente, scalpitando. Tuttavia teniamo presente che anche se abbiamo solo cinque minuti per ascoltare, cinque minuti in fretta, o cinque minuti con calma, cinque minuti restano.


ASCOLTARE IL DOPPIO DI QUANTO PARLIAMO
I rabbini dicevano che le orecchie sono due e la bocca una, quindi bisogna ascoltare il doppio di quanto si parli. Anche dal punto di vista evolutivo è la madre che parla e il bambino ascolta, cioè prima di parlare si riceve tutta una serie di stimoli affettivi, corporei, emotivi, accompagnati da parole, e solo dopo molto tempo il bambino riuscirà  a parlare.

G. Bassi e R. Zamburlin, La comunicazione nel rapporto di coppia, San Paolo, p 32

DOMANDARE AI RAGAZZI…
Abituatevi a porre domande che aiutino ad avviare e sostenere una conversazione.
“Che cosa hai pensato oggi alla fine della partita?”
“Che cosa pensi del programma che abbiamo visto ieri sera?”
“Se fosse possibile, che cosa vorresti cambiare nella nostra famiglia?”

G. Chapman, Famiglie felici, Elledici, p 208


Testi tratti da 
www.comunicareinfamiglia.it










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