Dopo una prima fase in cui i partecipanti al Concorso dovevano creare una storia partendo da un incipit ideato da Eleonora Fornasari, giovane autrice di programmi televisivi per ragazzi, i nostri aspiranti scrittori hanno ideato un nuovo racconto ambientato questa volta all'interno dell'open day della scuola.
Ad aggiudicarsi i prestigiosi premi sono stati Federico Scolari, Chiara Aramini e Sara Mantovani, rispettivamente primo, seconda e terza classificata.
Pubblichiamo di seguito un estratto dei primi tre racconti classificati.
Sara Mantovani, Istituto Gavia di Verona, terza classificata:
Camminarono ancora 10 minuti, ma stavano perdendo la speranza di trovare qualcosa, ed erano stanchi. Quando ormai avevano deciso di tornare indietro, apparve dal nulla una porta verde. I ragazzi non sapevano come comportarsi: come aveva fatto ad apparire la porta? Potevano fidarsi e aprirla o dovevano tornare subito a casa? Erano spaventati, ma anche molto curiosi. Giulia decise di comportarsi come se la porta fosse sempre stata lì, non apparsa magicamente: la aprì normalmente, mentre gli altri trattennero il fiato. Non successe assolutamente nulla. O almeno, in quel momento. Appena entrati, infatti, si bloccarono incantati. Che sensazione di pace che emanava quella grotta! Splendeva di luce, nonostante fosse chiusa, sottoterra, senza lampade e senza fessure da dove potesse entrare un raggio solare. Ma non era la cosa più stupefacente: al centro della grotta cresceva un albero maestoso. Al posto dei fiori o dei frutti sbocciavano gemme di tutti i colori e di tutte le forme, tutti magnifici. I ragazzi non riuscivano a muoversi, ancora storditi e paralizzati da quella visione. "Ma com'è possibile? Sto sognando? Lo vedete anche voi?". Erano sbalorditi.
Camminarono ancora 10 minuti, ma stavano perdendo la speranza di trovare qualcosa, ed erano stanchi. Quando ormai avevano deciso di tornare indietro, apparve dal nulla una porta verde. I ragazzi non sapevano come comportarsi: come aveva fatto ad apparire la porta? Potevano fidarsi e aprirla o dovevano tornare subito a casa? Erano spaventati, ma anche molto curiosi. Giulia decise di comportarsi come se la porta fosse sempre stata lì, non apparsa magicamente: la aprì normalmente, mentre gli altri trattennero il fiato. Non successe assolutamente nulla. O almeno, in quel momento. Appena entrati, infatti, si bloccarono incantati. Che sensazione di pace che emanava quella grotta! Splendeva di luce, nonostante fosse chiusa, sottoterra, senza lampade e senza fessure da dove potesse entrare un raggio solare. Ma non era la cosa più stupefacente: al centro della grotta cresceva un albero maestoso. Al posto dei fiori o dei frutti sbocciavano gemme di tutti i colori e di tutte le forme, tutti magnifici. I ragazzi non riuscivano a muoversi, ancora storditi e paralizzati da quella visione. "Ma com'è possibile? Sto sognando? Lo vedete anche voi?". Erano sbalorditi.
Chiara Aramini, Istituto Marcello Candia di Milano, seconda classificata:
Giulia sbatté le palpebre e si avvicinò di più all’amica, mentre questa fissava il foglio con la bocca spalancata. Il discorso! Qualcuno l’aveva scritto, di certo non era stata lei, ma allora chi? Setacciò la sala con gli occhi e si accorse che c’era anche suo fratello. Biro era infatti seduto in seconda fila, con un sorriso stampato sulla faccia. Quando incrociò lo sguardo della sorella sollevò le braccia, pollice delle mani all’insù. Chiara rimase interdetta: possibile che suo fratello in uno slancio di generosità le avesse scritto il discorso? Abbassò gli occhi e scorse rapidamente il foglio. Eccolo lì, in terza riga, scritto a caratteri cubitali, il motto preferito di Biro:LA VITA E’ ROCK.
Federico Scolari, Istituto Leonardo da Vinci di Basiglio (Mi), primo classificato:
Il botto della pistola dell’arbitro scatenò le urla e gli incitamenti del pubblico e gli atleti corsero il più velocemente possibile, con la chiara nuvoletta che usciva dalle loro bocche ansimanti. Phil, determinatissimo, spinse sulle sue gambe più che poté, fino quasi a inciampare sulla ingannevole ma tanto amata pista d’atletica. I suoi muscoli si tendevano sempre di più e la sua mente era libera da ogni pensiero, se non raggiungere il traguardo poco più avanti di lui. Un avversario lo precedeva, ma non era determinato come il nostro amico e, dopo tanto sforzo, Phil riuscì a vincere il testa a testa con l’avversario. Il ragazzo cadde stremato per terra; il terreno era fresco e umido, ma non sembrava influire sulla gioia del ragazzo. Quasi non credeva di essere riuscito nella sua impresa. La sua testa era confusa e il suo corpo stanco, ma era felicissimo nell’udire i complimenti degli amici a bordo pista. Eh già, c’erano proprio tutti: Chiara, Biro, Virginia, Giulia ed Elisa, tutti riuniti per contemplare la vittoria dell’amico. Fra le grida della folla Phil cominciò a pensare che il black-out dei giorni precedenti non fosse un caso perché tutto si svolgeva nell’esatto modo che desiderava: la folla, la pista, i suoi amici, la sua grande vittoria, il sottofondo della band del suo migliore amico con “We are the champions” se li era immaginati per molto tempo.
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