venerdì 3 maggio 2013

Giovani scrittori crescono: Federico Scolari e il suo racconto "vincente" (prima parte)

Pubblichiamo oggi e nei prossimi venerdì il racconto con cui Federico Scolari, "giovane scrittore" dell'Istituto Leonardo da Vinci di Basiglio (MI), si è aggiudicato il primo posto del Concorso letterario organizzato dal Faes in collaborazione con le Edizioni Ares.




Capitolo 1: "Fare una bella interrogazione, senza farmi prendere dal panico come mi accade sempre. eli98"
Questa era sicuramente Elisa della sua classe, che a ogni interrogazione si agitava così tanto da non riuscire più a parlare, anche se aveva studiato perfettamente. 
"Chiarirmi con la mia migliore amica. Fiordilampone97. 
Trovare un reale e SUPER FANTASMAGORICO caso eclatante su cui investigare! " Questa era Giulia, non c’era dubbio! Sì, lo stile era proprio il suo. Investigatrice pazza. Il suo nickname diceva già tutto. 
"Convincere i miei a farmi partecipare alla gita scolastica”. 
Riuscire a farmi apprezzare da LUI." 
Come??? Riusc…. Ah ecco, suonava familiare… questa era proprio la sua mail. Il “LUI” in questione era niente meno che Phil… due occhi azzurri come il mare della Sardegna, così trasparenti che tutto ti sembra a portata di mano e invece è lontano e irraggiungibile. 
Phil, 15 anni, il migliore amico di Roberto, detto Biro, la persona con cui Chiara andava meno d’accordo sulla terra: suo fratello! Ma a quanto sembrava Phil non la vedeva neanche se non, appunto, come la sorella minore del “mitico” Biro. Per fortuna ci aveva pensato il prof. Rossi a dare una mano al destino. Era stata Chiara, all’ultima riunione del giornalino scolastico, a proporre un articolo per il nuovo numero. L’idea le era venuta leggendo un libro, L’Alchimista: “Quando desideri qualcosa tutto L’universo cospira affinché tu realizzi il tuo desiderio”. Avrebbe scritto un articolo sulle aspettative e i desideri quotidiani degli studenti delle scuole Faes… insieme a Phil! Il professore aveva deciso di affiancarle uno studente più esperto. Quello era il secondo anno che Phil faceva parte della redazione del giornalino e con le parole ci sapeva decisamente fare… aveva proprio talento! L’idea di fare un sondaggio tra gli studenti, facendosi mandare una mail all’indirizzo della redazione, era stata sua. 
Chiara era determinata a far bene… forse così Phil si sarebbe accorto che anche lei era una ragazza interessante, tanto quanto Virginia, la bionda della II A che gli girava sempre intorno e che a lui sembrava stare tanto simpatica! Mentre Chiara stava per aprire l’ennesima mail, improvvisamente il computer si spense. Ma che caspita stava…! Uscì dall’aula. Tutto il corridoio era al buio. La luce filtrava solo dalle finestre, ed era fredda e bianca come solo Milano sa essere in certe giornate un po’ uggiose. 
Non era stata solo la scuola ad avere subito il blackout. La mancanza di corrente aveva interessato una vasta zona della città. In poche ore tutto era tornato come prima, ma l’inconveniente aveva fatto saltare diversi programmi, compiti in classe compresi. Insomma… non era stata poi una così brutta giornata! 
A ogni modo, il giorno dopo, la vita al liceo era tornata quella di sempre. Soltanto per Chiara, la giornata era iniziata diversamente: aveva appena ricevuto un messaggino da Phil: “Se ti va dopo domani ci troviamo per l’articolo. Domani non posso, ho la gara di atletica”. Non sapeva neanche che Phil avesse il suo numero! Gliel’aveva dato sicuramente Biro, ma non osava chiederglielo. Suo fratello avrebbe iniziato a tormentarla: “Perché ti interessa così tanto?”, e avrebbe fatto presto due più due. Già si immaginava cosa le avrebbe detto: “Non ti sarai mica presa una cotta per il mio migliore amico, vero? Perché se sì dimenticalo, che lui non ti si fila proprio!”. Ecco, non aveva affatto voglia di una botta di disistima improvvisa. Le piaceva crogiolarsi nel pensiero che Phil avesse chiesto a Biro il suo numero, solo per l’idea di avercelo. 
“Gran giorno questo!”. Chiara commentò sarcastica le scarpe di Biro, che come lei stava uscendo per andare a scuola. Suo fratello, dopo mesi di scarpe nere del cattivo umore e grigie della preoccupazione, quella mattina aveva azzardato un paio di scarpe verde speranza. Promettevano bene. Biro la ignorò, con quella grande capacità di ignorare tipica dei fratelli maggiori, le mugugnò un “ciao sister” più o meno gentile e si isolò nel suo mondo fatto di chitarre, bassi elettrici e batterie, coprendosi le orecchie con le sue gigantesche cuffie per ascoltare musica rock e metal di prima mattina. Chiara pensò che, se il buon giorno si vede dal mattino, quella giornata si annunciava interessante. 
“E questi? Da dove saltano fuori??” Chiara rigirò tra le mani i due biglietti che aveva trovato sul banco. Chiese a tutte le compagne e persino alla professoressa di latino che aveva alla prima ora. Nessuno sapeva dirle nulla. 
“Cosa me ne faccio?” 
“Dalli a tuo fratello, no?”, le disse Giulia. 
“E’ juventino e questi sono due biglietti per il derby di sabato sera. Ci deve essere un errore”. 
“Non c’è un errore. Li hai trovati in una busta con su scritto per Chiara Gatti. Tu sei Chiara Gatti! Sono per te, è evidente. Solo che non capisco chi te li abbia fatti trovare. Tu non sei tifosa”, continuò l’amica, curiosa di capirci qualcosa di più. 
Perplessa, Chiara, mise i biglietti in cartella e si preparò alla lezione di latino. Soltanto Giulia sembrava non accontentarsi di quella non-spiegazione e continuava a inviarle bigliettini in lettere greche durante la lezione. “Dobbiamo scoprire chi ti ha regalato quei biglietti e perché!" I loro pensieri vennero interrotti dalle successive parole della professoressa, quelle che a metà ora non ti aspetti. 
“Bene, visto che è rimasto ancora un po’ di tempo prima della fine della lezione… interroghiamo!”. Sul volto delle studentesse si dipinse un’espressione di panico. Pochi secondi di tormento e poi… “Beretta”. La scelta era avvenuta. Elisa. Chiara ripensò alla mail di eli98. Il suo era un desiderio che aveva del miracoloso. Elisa balbettava sempre e l’agitazione sembrava seccarle la lingua in gola, ma era una ragazza preparata e nei compiti scritti prendeva sempre voti altissimi. “Iniziamo con un ripasso dei verbi. Coniugami l’indicativo perfetto passivo del verbo moneo ”, disse la professoressa e la guardò incoraggiante. Elisa fece un gran respiro, sapeva la risposta, aveva studiato come sempre. Le amiche la videro chiudere gli occhi e strizzarli qualche secondo, quasi a concentrarsi, e poi partì, come un treno che non si arresta alle fermate programmate. Coniugò decisa il verbo, senza balbettare e arrivò fino alla fine, quasi incredula lei stessa di quel che aveva appena fatto. Si era superata, ce l’aveva fatta! La professoressa sorrise, piacevolmente colpita. Chiara e Giulia si guardarono, stupite. Quella era una giornata strana. 

Capitolo 2: Per qualche strano motivo il giorno seguente iniziò alla grande per tutti gli amici ma, arrivati al liceo, il loro sorriso si spense quando entrò il nuovo professore di Italiano. Era un uomo alto, asciutto e pelato, con le occhiaie che gli solcavano le guance e un’aria stanca perenne, che gli dipingeva il viso con un non so che di inquietante. “Buongiorno ragazzi, sono il nuovo professore di Italiano. Come prima cosa vi dico che con me dovrete studiare molto, intesi?” i ragazzi si guardarono con una faccia fra lo stupito e l’inquietato.” Come seconda cosa, sia chiaro che ogni lezione interrogherò due di voi per costringervi a studiare costantemente; che ve ne pare?” Un bisbiglio confuso si levò nell’aula e nessuno rispose alla domanda del professore.- Io direi di cominciare subito- silenzio di tomba – Mmh vediamo… interroghiamo… Chiara e Phil” . Nessuno dei due aveva aperto libro ed entrambi si alzarono tremando dalla loro sedia. Le loro gambe quasi non li sorreggevano tanta era la paura dei due. “ Spero che voi abbiate studiato…” silenzio “ Allora, Chiara, dimmi cosa scrisse Ludo…- TRACK. Un rumore spaventoso e potentissimo pervase l’intera scuola. La luce si spense di colpo e tutti gli alunni gridarono spaventati: panico generale. Gli alunni sembravano delle gazzelle inseguite da un leone e andavano correndo a sbattere di qua e di là su un banco o su un armadietto. La luce non si accese per altre due ore e quando si riaccese nella scuola non c’era più nessuno, né i professori né i ragazzi. Chiara, guardando da lontano disse: ”Proprio quello che avevo desiderato” . La stessa cosa disse Phil, che le stava a due metri di distanza. Chiara sentì l’amico e lo guardò fisso negli occhi, quegli occhi blu gelido che la catturavano sempre e la portavano nel suo mondo, un mondo incantato dove vagavano i suoi pensieri e le sue immaginazioni. “Chiara! Chiara? Mi ascolti?”. “Si certo” e il suo mondo scomparì nella sua mente ”Cosa c’è?” “Quando ci incontriamo per il giornalino?”. “Oh, non so, mi chiami oggi pomeriggio?”. “Va bene, ci sentiamo dopo, ciao!”. “S...si ciao”. Finalmente il sogno di Chiara si era avverato; finalmente Phil le aveva parlato per più di due minuti! –Magari oggi è il mio giorno fortunato- pensò Chiara fra sé e sé, ma non poteva immaginare che dietro quella fortuna c’era un mistero ben più grande. 

Capitolo 3: una settimana dopo il secondo black-out, di sera, Phil partecipò alla gara di atletica della scuola; la sua specialità erano i cento metri, proprio quella in cui gareggiava il suo grande idolo Usain Bolt. Quando il suo famoso idolo sfrecciava sulla pista, Phil sentiva un’emozione che gli invadeva il cuore e che si diffondeva in tutto il corpo; per questo il ragazzo ammirava fervidamente Bolt. Era una giornata importante anche per Biro, che doveva suonare prima della gara con la sua band, i Southbay; quel giorno avrebbe dovuto suonare i più grandi successi dei Queen, il suo complesso preferito. Era una tipica serata autunnale, con il vento che frusciava tiepido fra gli alberi e le foglie che volteggiavano fra gli spalti, dove erano riuniti tutti gli amici di Phil. La luna e le stelle splendevano in un cielo terso, privo delle nubi che erano state spazzate via dal vento; la temperatura era perfetta per una grande gara di atletica. Tutto era pronto: i partecipanti si trovavano sui blocchi di partenza e attorno a loro regnava il silenzio più totale; tutti erano concentrati e avevano lo sguardo fisso sulla pista illuminata dalle potenti luci ai bordi del campo di atletica. Qualche secondo prima dell’inizio della gara Biro iniziò a suonare una famosa canzone dei Queen e , al momento del ritornello, venne interrotto da un altro black-out. TRACK! Ancora quello spaventoso rumore di qualche giorno prima. Fischi piombavano giù dagli spalti come macigni e le persone erano impazienti di assistere a quella gara così importante. Questa volta la luce si riaccese quasi immediatamente, come desideravano gli spettatori, e la gara poté iniziare senza problemi. Ormai si erano fatte quasi le 9 e l’aria diventava sempre più fresca, ma ciò non pareva influire sull’entusiasmo dei presenti. Il botto della pistola dell’arbitro scatenò le urla e gli incitamenti del pubblico e gli atleti corsero il più velocemente possibile, con la chiara nuvoletta che usciva dalle loro bocche ansimanti. Phil, determinatissimo, spinse sulle sue gambe più che poté, fino quasi a inciampare sulla ingannevole ma tanto amata pista d’atletica. I suoi muscoli si tendevano sempre di più e la sua mente era libera da ogni pensiero, se non raggiungere il traguardo poco più avanti di lui. Un avversario lo precedeva, ma non era determinato come il nostro amico e, dopo tanto sforzo, Phil riuscì a vincere il testa a testa con l’avversario. Il ragazzo cadde stremato per terra; il terreno era fresco e umido, ma non sembrava influire sulla gioia del ragazzo. Quasi non credeva di essere riuscito nella sua impresa. La sua testa era confusa e il suo corpo stanco, ma era felicissimo nell’udire i complimenti degli amici a bordo pista. Eh già, c’erano proprio tutti: Chiara, Biro, Virginia, Giulia ed Elisa, tutti riuniti per contemplare la vittoria dell’amico. Fra le grida della folla Phil cominciò a pensare che il black-out dei giorni precedenti non fosse un caso perché tutto si svolgeva nell’esatto modo che desiderava: la folla, la pista, i suoi amici, la sua grande vittoria, il sottofondo della band del suo migliore amico con “We are the champions” se li era immaginati per molto tempo. 

Capitolo 4: quando i ragazzi si incontrarono il giorno dopo a scuola, era ormai chiaro per tutti che quei black-out dei giorni precedenti non erano un caso. I desideri di tutti gli amici si erano avverati nell’esatto modo che immaginavano e quindi tutti volevano andare in fondo alla questione. “Cosa facciamo?” chiese Chiara, con un’aria curiosa ed impaziente “Sono curiosa di scoprire cosa sta succedendo.” “Anche io” rispose Phil, e Chiara si perse nuovamente in quegli occhi magici. ”Non ne ho idea” ribatté Biro, ancora estasiato per la sua prestazione musicale del giorno prima, che aveva scatenato gli applausi e gli incitamenti del pubblico. ”Io propongo di chiedere a Giulia, la nostra investigatrice pazza” disse Elisa, che si era notevolmente stupita per la grande interrogazione di Latino e ricercò quel mistero nel black-out che ormai era diventato un’abitudine per tutti i suoi amici. Così Giulia venne chiamata a rapporto per risolvere le domande che tutti si erano posti ed, estasiata, iniziò immediatamente il suo lavoro. “Prima di tutto dovremo agire quando le scuole saranno chiuse, cioè durante le vacanze natalizie, perché dovremo esplorare il seminterrato dove si trova il contatore energetico” disse Giulia, con un’aria da Sherlock Holmes, concentratissima sul suo piano “Per adesso non possiamo fare nulla perché il seminterrato è perennemente controllato da Mario, il custode della scuola, che se ci vede sono guai seri. Di conseguenza fino a Natale ci dobbiamo concentrare sullo scuola così dovremo studiare meno per le vacanze, mi raccomando. Tu Phil, studia bene Inglese e Biro dedicati alle altre materie, non solo a Scienze o Matematica! E poi cercate di stare un po’ zitti quando il nuovo prof. spiega i Promessi Sposi”. Il discorso di Giulia fu chiaro per tutti e così al suono della campanella, tanto desiderato dagli alunni di tutto il mondo, tutti ritornarono in classe, con vari pensieri che vagavano nelle loro teste, felici di aver tempo per pensare ai dettagli del piano che li avrebbe portati a risolvere un mistero che nessuno poteva immaginarsi. 

Capitolo 5: Le settimane seguenti furono a dir poco esilaranti. Durante l’allenamento di atletica di Phil vi era stato l’ennesimo black-out nella scuola e quando la luce si riaccese sulla pista di atletica correva nientemeno che il grandissimo Usain Bolt, recordman di tutte le specialità olimpiche. Era così simpatico… aveva il sorriso perenne sul volto e rideva e scherzava anche durante l’allenamento che la star svolgeva per i ragazzi. Le ragazze invece videro sfilare nei corridoi sia Selena Gomez, la famosa popstar americana, sia i loro idoli, gli One Direction, la band del momento. La scuola Faes era infatti stata estratta per ospitare le grandi celebrità del momento per insegnare agli alunni i segreti che li avevano resi famosi; era l’occasione che tutti i ragazzi aspettavano da una vita: poter imparare dalle più grandi celebrità tutto ciò che loro desideravano, un sogno ad occhi aperti, insomma. C’erano anche i Pink Floid, grandi idoli del padre di Biro. Che emozione vedere i propri idoli da vicino! Sentire il loro profumo, vicini quasi da toccarli… è un sogno che capita a pochi! Perché tutto questo era successo proprio alla scuola degli amici? Se lo chiedeva tutta la compagnia: “Ormai che sappiamo che il black-out è l’origine di tutti i nostri desideri che si avverano, mi incuriosisco sempre di più” disse Elisa a Chiara “però non sono sicura di riuscire a venire nel seminterrato della scuola perché sto andando maluccio a scuola e la mamma mi ha detto che se non avrò la sufficienza in tutte le materie non uscirò di casa durante le vacanze natalizie” “No, non è possibile! Io mi rifiuto di agire senza un membro della compagnia!” esclamò all’improvviso Chiara “neanche io” concordò Phil “Quindi se hai bisogno di aiuto per studiare, saremo tutti con te!” Disse Giulia, trascinata dall’entusiasmo degli amici; un coro di felicità si levò nel gruppo, ma se solo non avessero tentato di scoprire quel mistero! 

Seconda parte in programma sabato 11 maggio.

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