mercoledì 13 marzo 2013

Il mondo dei Bimbi, intervista a Raffaella Tarassi




Raffaella Tarassi è mamma di un bimbo di nove mesi ed è in attesa di un secondo figlio, che nascerà ad Agosto. Ha frequentato le scuole Faes dalle elementari al liceo classico, diplomata nel 2001. Nel 2012, Raffaella crea un blog interessante che intende promuovere sia le produzione per bambino realizzati all’estero sia i prodotti Made in Italy artigianali. Un esperimento che merita molta attenzione e che ci facciamo spiegare direttamente da lei.

Che obiettivo si pone il tuo blog?
Come la maggior parte delle mamme, quando sono rimasta incinta di Alessandro ho cominciato a leggere e informarmi su tutto quello che riguarda il mondo dell'infanzia, in più abitando all'estero mi sono accorta che esiste un'offerta di prodotti estremamente diversa da quella italiana, per cui mi sono detta, perché non raccontare ai genitori italiani cosa succede al di la delle Alpi? Ne ilmondodeibimbi cerco quindi di proporre idee originali e divertenti, in particolar modo giocattoli, abbigliamento e arredamento, che scovo online e offline, che rendono il mondo dei nostri bimbi unico e speciale. 

Che servizio offre ai lettori?
Confesso che il blog è nato un po' per caso tra una poppata e un pannolino, non sono capace di stare con le mani in mano, e nonostante adori passare del tempo col mio bimbo durante la maternità avevo bisogno di pensare e fare altro. Tutto questo per dire che all'inizio non mi sono prefissata una strategia, a sei mesi dall'apertura del blog comincio ad avere le idee un po' più chiare ed è interessante che  l'obiettivo è emerso dal confronto coi lettori e alcune aziende del settore. L'idea alla base di tutto è mostrare che esiste un'offerta per l'infanzia alternativa ai marchi blasonati di cui sentiamo parlare, che l'educazione al rispetto dell'ambiente comincia quando i nostri bimbi sono piccoli: se i loro compagni di gioco sono in plastica è ovvio che in futuro saranno attaccati a questo materiale e non si cureranno di legno, cotone e simili, e da ultimo che esistono ancora tantissime piccole imprese che producono utilizzando processi artigianali e che sviluppano collezioni estremamente creative e divertenti.
Inoltre un nuovo progetto partito da pochissimo, è una serie di interviste a donne che hanno re-inventato la propria vita professionale in seguito alla maternità, sfruttando la loro esperienza di mamme per creare prodotti e/o servizi destinati ai bimbi. L'idea è quella di lanciare un messaggio positivo, di donne che non si piegano alle logiche attuali del mondo del lavoro che purtroppo non sono sempre in sintonia con la maternità, e che con un pizzico di creatività, tanto coraggio e grande tenacia riescono a conciliare la sfera privata e quella professionale.

Perché le è venuta l'idea di aprire questo blog?
Da ormai quasi 6 anni abito a Lussemburgo, un paese tanto piccolo quanto interessante, qui infatti la cultura locale è un miscuglio di quella francese, fiamminga e tedesca. Quando sono rimasta incinta ho scoperto che nonostante la globalizzazione, la cultura e le tradizioni legate alla maternità e all'infanzia sono estremamente locali, quando tornavo in Italia mi rendevo conto che alcuni prodotti che per è erano scontati a Milano non erano così diffusi e viceversa e ancora quando Alessandro aveva 6 mesi l'ho portato dal pediatra in Italia e sono rimasta stupita che ha insistito moltissimo perché gli dessi le diverse farine di riso e mais e tapioca, qui a Lussemburgo praticamente non esistono e lo svezzamento viene fatto soprattutto con frutta e verdura. Comunque... mi sono resa conto che esistono vere e proprie differenze culturali, perché, quindi, non condividerle e per scoprire i punti di forza di ognuna?


E' presente anche sui social media? Dove e perché?
Le pubbliche relazioni sono uno dei principali punti di debolezza del blog. Sono presente su Facebook e Twitter, ma confesso di non animare assolutamente le pagine che al momento sono semplicemente una vetrina dove trovare il link agli articoli che vengono pubblicati sul blog. Twitter confesso di non aver ancora del tutto capito come funziona, lo trovo estremamente efficace perché un sacco di aziende mi hanno scoperto e inviato le loro collezioni proprio tramite questo social media, allo stesso tempo però ho l'impressione che per utilizzarlo con successo occorre twittare regolarmente e con una certa costanza, cosa che non ho ancora "l'istinto" di fare. Facebook lo utilizzavo già privatamente, ho deciso di pubblicare il link ai post solo un paio di mesi dopo l'apertura del blog, quel giorno le visite hanno subito un impennata pazzesca che mi ha lasciata a bocca aperta e mi ha fatto capire la potenza di questo strumento; lo svantaggio rispetto a Twitter è che sei molto più vincolato alla tua cerchia di contatti per cui è molto più complicato farsi conoscere da altri.

Qual è la sua strategia di web marketing?
Confesso, non ne ho una! A parte i social media di cui ho appena parlato cerco di partecipare a discussioni sul blog simili al mio. Tempo fa mi sono iscritta ad alcuni siti aggregatori, ma sinceramente non ho riscontrato una grande differenza rispetto al non aderire. Al momento due pratiche hanno portato a un aumento delle visite: comunicare alle aziende di cui scrivo il link al post che le riguarda in modo da essere pubblicata sulle loro pagine Facebook o Twitter e inserire alla fine di ciascun post "potrebbe interessarti anche" ovvero il link ad articoli pubblicati in precedenza su un argomento analogo a quello del giorno. Mi piacerebbe moltissimo professionalizzarmi di più in questo ambito, confesso di pensare spesso di seguire un corso, ovviamente online!

Donne e lavoro: che cosa ne pensa?
Penso di non essere ancora la persona adatta per rispondere a questa domanda, dal momento che sono alla prima maternità e riprenderò il lavoro solo settimana prossima. Ad oggi sto cercando di individuare i momenti e le attività critiche della giornata per poterle vivere al meglio quando riprenderò, sicuramente dovrò mettere in piedi una buona organizzazione che preveda piani B, C e a volte anche D. 
Al lavoro ho chiesto il part time che ho avuto la fortuna di ottenere, prima di rimanere incinta mi arrabbiavo sempre con le colleghe o dipendenti che utilizzavano la scusa "eh ma io ho i bambini" per non venire al lavoro o fare i propri orari. Trovo molto più responsabile un discorso del tipo: la mia situazione personale è cambiata di conseguenza non sono più in grado di garantire lo stesso ammontare di ore e lavoro di prima della maternità, a voler far tutto si rischia di fare tutto male! Ritengo che le donne mamme hanno il diritto e il dovere (per se stesse, per i propri figli e per la società) di lavorare, bisogna però rendersi conto che  la disponibilità e le necessità sono diverse rispetto a quelle di un uomo su cui è costruito l'insieme di regole e pratiche che regolano il mondo del lavoro attuale. 

So che non è una citazione molto dotta, ma mi piace moltissimo il finale del film "Ma come fa a far tutto" con Sarah Jessica Parker che ritengo individui in pieno il problema:

"Motivi per cui non sarebbe un problema lasciare il mio posto di lavoro:

Primo: perché ho due vite e mi manca il tempo di godermele.
Secondo: perché cercare di essere un uomo significa sprecare una donna.
Terzo: perché i miei bambini cresceranno in un lampo e io mi sarò persa tutto.
Quarto: perché prima o poi in un modo o nell'altro, arriva il giorno in cui le cose cambiano.

So che se non avessi questo lavoro le cose sarebbero migliori, sotto tutti i punti di vista, ma senza quel lavoro non sarei più io, ma senza di te (il marito), Ben e Amy (i figli) non sono niente!"

Che cosa le ha dato in particolare di positivo la scuola Monforte che le è servito per la sua crescita personale e professionale?
Un insegnamento che ho ricevuto dalla Monforte è quello di credere in qualcosa per cui vale la pena combattere fino in fondo. Quando mi viene affidato un progetto mi piace analizzarlo nei minimi dettagli e portarlo a termine, adoro il confronto con gli altri, ma difficilmente mi lascio mettere i piedi in testa. Altri aspetti che ho appreso in Monforte sono l'organizzazione, il rigore e la metodologia che ritengo siano estremamente utili  e importanti in qualsiasi ambito professionale e non solo. 

Perché scegliere oggi la Monforte?
La Monforte non è una scuola che impartisce solamente conoscenza secondo il programma ministeriale, si propone infatti anche di formare delle Persone trasmettendo dei Valori; se questi valori non sono condivisi dalla famiglia il messaggio educativo è confuso e quindi difficile da capire e da far proprio. Questo non vuol dire che la visione del mondo è formattata e univoca, ma sicuramente in un momento della vita in cui sono gli ormoni a comandare il fatto di avere un messaggio coerente dalle principali istituzioni formatrici aiuta a prendere sicurezza, esplorare nuovi ambiti e farsi un'idea propria. Alcune cose che mi sono state insegnate dai miei genitori e dalla Monforte le condivido altre meno e nonostante le abbia messe da parte sono altrettanto importanti in quanto mi hanno permesso di costruire la mia opinione.



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