lunedì 18 marzo 2013

La mani calde che rinserrano il cuore per dare senso e speranza


Lo so, è un post lungo, una intervista che va decantata: ne vale la pena, fidatevi. Leggete anche a tratti, ma arrivate in fondo. 





Era tanto tempo che non piangevo leggendo un libro. Forse dai tempi de Il Signore degli Anelli, e non per rabbia o dolore, ma per la gioia. Che questo pianto è quello più profondo e sereno, legato direttamente al senso e alla speranza. È quel pianto che sgorga dall’illuminazione che ti regala una immagine, una musica, una parola. E di parole capaci di donare questa felicità il libro Mani Calde di Giovanna Zucca ne contiene tante. Perché dipinge le occasioni della vita, quel bene che è nascosto ma sempre presente e che il dolore sa rivelare.
È un libro che svela, che costringe ad affrontare se stessi, che ti proietta e ti rinserra, che scalda e congela, ma senza raggelare, perché alla fine ne esci come rinvigorito. Oso dire purificato.
È Davide, un bambino in coma, che costituisce voce e filo narranti di questa vicenda che scuote tanto i personaggi che intorno al bimbo compaiono e da lui attingono senso, quanto i lettori. Che ci si confronta con le piccole enormi tragedie della vita, quell’attimo che può spezzare il filo o ritessere la trama, che ti fa cambiare o continuare ma con una consapevolezza che non immaginavi. Senza lieti fini sdruciti e stucchevoli, senza pendii rosati con ultime inquadrature da principesse disneyane, il libro ti lascia lì  chiederti che cosa accadrà adesso, e quando questo succede vuol dire che ti ha scavato dentro, si è annidato per donarti un ricordo che non andrà via facilmente.

Ma chi è l’autrice’ Chi è Giovanna Zucca che di mestiere fa tutt’altro? Lasciamo che sia lei a presentarsi:
Strumentista di sala operatoria all'ospedale Ca' Foncelli di Treviso, continuo l'attivita universitaria presso il dipartimento di filosofia di Venezia Ca' Foscari come membro del CISE centro interuniversitario di studi sull'etica. Ho da poco tenuto un seminario sul tema " Il volto di Dio" fatto di testo musica e immagini molto apprezzato.

Infermiera, filosofa e scrittrice: qual è il collegamento?
Da lontano.Ventenne amavo sia l'idea di diventare una strumentista di sala operatoria ( complice una serie televisiva che andava in quei lontani anni 80, dove c'era un chirurgo di nome Gonzo che viveva in una roulotte dsavanti all'ospedale, e un'infermiera di sala operatoria dagli occhi meravigliosamente azzurri che facevano capolino dalla mascherina.Tutto ciò molto romantico, mi spinse a chiedere informazioni su come si arrivava a fare la strumentista.Amavo anche la filosofia.Tentai il concorso per la scuola di infermiera, lo vinsi e iniziai il mio percorso dicendo a me stessa che la laurea in filosofia l'avrei presa in seguito.Cosi è stato.Vivo sospesa tra tecnica e metafisica e ci sto benissimo.

Da dove nasce l’idea di Mani Calde (qui la simpatica pagina su Facebook)?
Dagli anni di lavoro in sala operatoria di neurochirurgia.Dove osano gli Dei.Ho amato moltisimo la neurochirurgia, un giorno giravo per Treviso in cerca di un parcheggio-Era una domenica di novembre, la prima con i negozi aperti.La mia amica di compere Roberta mi attendeva per un giro delle vetrine.Improvvisamente lo vidi a fianco a me.Carino, fossette sulle guance e dentoni a paletta.Stava in macchina con me.Aveva delle scarpe da ginnastica di quelle con le lucine quando si cammina.Mi osservava indicandomi col dito i pochi posti vuoti dove infilare la mia macchina.Ehh dai tanto questa sta dappertutto....mi disse.Feci due volte il giro della circonvallazione esterna della città.Poi corsi a casa a mi misi a scrivere.Per venti giorni Davide non mi ha lasciata.Roberta ancora mi rinfaccia quel paccone di quasi due anni fa.....

Dal libro emergono alcuni messaggi molto forti in merito ad alcuni temi… “caldi”. In coda al pezzo riporto alcune citazioni che ritengo belle ed illuminanti, ora mi farebbe piacere che tu ci aiutassi a comprendere meglio il tuo parere a proposito di
- paternità
Come dice quel gran filosofo di Davide, fare il padre è facile.Cosa dice in fondo? Che se porti le cose pesanti, insegni a nuotare, consoli quando le cose vanno male a calcio allora fai il padre.Non servono grandi soloni, a pontificare dall'alto di cattedre imponenti, su cos'è la paternità.Basterebbe ascoltare i bambini per capire cosa è per loro un padre.Davide ha un padre-padre.Magari non è perfetto, ma è quello che lo porta a vedere la partita dell'inter e nasconde alla mamma la macchia sul muro.Il cafone ha avuto un padre-nonpadre. Invisibile.

- famiglia
Che senza una famiglia non andiamo lontano.Bozzi è la dimostrazione che le ferite dei non amati non si rimarginano mai.


- amore coniugale
L'amore tra Paolo e Giulia è consapevole, voluto,difeso.L'amore non è un regalo, è fatica, impegno, sacrificio.Troppo facile fare le valige la prima volta che si lascia il dentifricio aperto o non si porta fuori la spazzatura, l'amore è comprensione ma soprattutto volontà.Volontà forte di amare.Amare quella persona.

È  il dolore, anzi la sofferenza, che getta luce sulla vita, sulle vite dei protagonisti: è così?
Il dolore sì.Un dolore che li fa rendere pienamente consapevoli di quanto fosse felice la loro vita.Una vita piena di difetti,vizi,monotona forse, ma...meravigliosamente felice.Un dolore che riposiziona al giusto livello la gerarchia delle priorità, e che fa vergognare Paolo per esempio del troppo peso dato a una promozione.
il dolore, la paura, generano amore mai disperazione: è solo letteratura o anche vita?
E'  soprattutto vita. Io ho potuto scrivere questa storia perche 20 anni di lavoro in sala operatoria, per lo più in settori di area molto critica, mi hanno convinta che dolore e paura generano disperazione, ma la disperazione se condivisa con chi si ama genera amore.La disperazione resta tale se chi la prova resta solo.

La fede si intravvede sullo sfondo: che ruolo ha nel libro e nella vita dell’uomo.
Filosoficamente parlando, il senso dell'oltre nasce con l'uomo.E' costitutivo dell'essere.Se pensiamo alla caverna di Chauvet, in prossimità della fine della prima glaciazione, 32.000 anni fa, in quella caverna si riunivano i nostri antenati a tendere la forza verso il trascendente.Il sapiens, capace di trasformare il mondo a sua immagine a somiglianza era già adulto all'alba della nostra modernità proprio a causa di quella religiosità così fortemente aderente allo spirito, alla totalità dell'essere. Osservando per la prima volta i disegni della grotta, ho provato una forte comunanza con quegli uomini, come se fossero di un passato che si chiama ieri,ho compreso davvero che il senso del sacro, la speranza del futuro nell'ardore religioso del presente sono costitutivi del nostro essere uomini e donne. E sono sempre più convinta che senza il pensiero di un ente perfetto che ci trascende, all'umanità salta il ventre.

Ci sarà un seguito alla vicenda di Davide?
C'è già pronta la seconda parte di Mani calde, che vede protagonista il dott.Bozzi, dopo l'incontro con Davide.Che ne sarà di lui? Ci saranno Bozzi, il dott. Mari e Patty Pop.E' la vicenda drammatica ma molto umana di un uomo piegato dalla sventura che tuttavia riesce a risollevarsi grazie alla presenza nella sua vita di persone che nonostante tutto lo amano. Non ci sarà Davide.
Verrà pubblicato dopo il mio prossimo romanzo, che uscirà a settembre e  avrà come protagonista la grande Jane Austen.Jane Austen donna,innamorata,ammalata,folle di passione....non ho ancora il titolo ci penso questi giorni.Spero che la Fazi faccia uscire subito dopo la seconda parte di Mani calde. Ormai me lo chiedono in molti.

Giovanna  è molto presente su youtube grazie alle attività che svolge per le scuole con entusiasmo. Ecco qui qualche segnalazione:


Ecco gli estratti sopra anticipati che vale la pena leggere
Che cosa vuol dire fare il papà
Allora gli dico che fare il padre è facile. Un papà aggiusta i giocattoli quando si rompono, mette a posto la pista delle macchinine quando non hai voglia, ti insegna ad andare in bici senza rotelle e porta le cose pesanti tipo l’acqua dal garage in cucina, o sposta i mobili per cercare la pallina che è caduta dietro. Poi un papà ti dice che sei bravo anche quando a calcio hai fatto perdere tutta la squadra e dice a mamma che la macchia sul muro c’era già da prima, mentre non è vero, e ti dice che non importa se non hai preso dieci

Ah, che cossé l'amor?
"Papà, papà, sono innamorato", di Guendalina o Matilde o Emma, che tutte così si chiamano le bambine oggi… e io e sua madre lo guarderemo e, sentendoci molto saggi, gli diremo che quello non è l’amore, è una cosa bellissima ma non è l’amore, è un fuoco che divampa e fa essere molto felici o molto disperati, e tutti abbiamo provato quell’ebbrezza che ti manda sulle montagne russe e ti sconvolge la vita. Ma l’amore è altro. È la certezza che puoi contare sulla persona che hai accanto. È la certezza che quella persona la sceglieresti lo stesso a distanza di anni, quando hai visto il meglio e il peggio di lei. È il fatto che la persona che ami tira fuori il meglio di te.

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