venerdì 9 novembre 2012

La signorina Daniela, seconda parte


Riprendiamo la chiacchierata con la sigorina Daniela, iniziata venerdì 2 novembre, e che vi ricordiamo essere già pubblicata sul blog famigliefelici
Dopo aver chiarito perché ci sia bisogno oggi di consulenti educativi oggi la sig.na Daniela ci parla delle famiglie che incontra. Concluderemo l'intervista venerdì prossimo. 


Quali sono i limiti delle famiglie oggi?

I grandi limiti a mio parere si possono così riassumere:
- Insufficiente comunicazione fra genitori e figli: 
troppe cose da fare e tutte di corsa per ascoltare davvero i figli quando parlano (già comunichiamo poco causa TV e attività su computer di vario genere) e non parlargli, spiegargli, raccontargli. E’ aberrante vedere giovani genitori con bimbo in passeggino che indossano gli auricolari dell’Ipod!

- Insufficienti regole di base del vivere comune, in casa e fuori, poche ma fondamentali:  
qualche esempio? “grazie”, “prego”, “per piacere”, “ciao”, evitare di urlare a squarciagola in luoghi dove ci sono altre persone (escludendo dal divieto ovviamente i luoghi deputati ai giochi liberi dei bambini), non spintonare… Banali e antiquati? Assolutamente no! Spesso i genitori interpretano queste regole del vivere comune come inutili imposizioni e che i loro figli impareranno quando saranno più grandi.  Il momento giusto non arriverà mai.

Insufficiente educazione all’autonomia
genitori sempre di corsa che…vestono bambini di 4,5,6 anni o anche di più, altri li imboccano, chi gli porta lo zainetto di scuola assieme ad altre quattro borse della spesa e il bimbo a mani vuote, qualcuno spinge passeggini con bambini di altezze inquietanti oppure danno il biberon con la colazione a bimbi che fanno l’ultimo anno di scuola d’infanzia o iniziano a frequentarla a tre anni ancora con il pannolone. Insegnare gesti autonomi al bambino richiede pazienza, anche tempo, perché si dovrà attendere il suo tempo di esecuzione ma si deve fare! Il percorso che porta all’autonomia di un individuo parte dai piccoli gesti autonomi quotidiani.



Quali sono invece le loro preoccupazioni? E le loro paure?
Beh, il genitore ne ha tantissime, molte delle quali sono talmente ovvie e naturali che non le citerò neanche. I genitori della nostra contemporaneità vivono le paure agendo alle volte in modo poco coerente. Per esempio, non si insegna ad un bambino a fare brevi percorsi in strada da solo, magari per recarsi a scuola, per paura degli attraversamenti o di eventuali incontri di malintenzionati e perciò si portano con l’automobile davanti all’ingresso della scuola fino al momento delle scuole medie e poi improvvisamente a 14 anni gli si regala lo scooter. Certo, sono preoccupati ma…lo scooter lo voleva il figlio, mentre non insisteva di certo per andare a scuola da solo. Si evidenzia quindi la tendenza a superare la paura quando devono assecondare il desiderio (o capriccio) del figlio ma non si impongono altrettanta autodisciplina quando sono loro a decidere un’azione, anche se utile allo sviluppo del  bambino, se gli provoca preoccupazione.


Può raccontarci qualche aneddoto della sua professione?
Uno degli ultimi che mi viene immediatamente in mente è riferito ad una famiglia con una bambina di due anni che ha ricevuto puntualmente gli insegnamenti dei genitori del “grazie, prego, per piacere…” praticamente fin dalla culla, rafforzati dall’asilo nido. Una sera all’ora di cena la mamma chiede al papà che le versi un po’ d’acqua e nel frattempo si assenta un attimo per andare in cucina. Quando ritorna a tavola prende il bicchiere per bere l’acqua  che il marito le aveva versato e la bimba, con voce imperiosa le dice “no! Grazie…” Mamma e papà non comprendono subito ma la bimba insiste con il “no! Grazie…” ogni volta che la mamma porta il bicchiere alla bocca. Improvvisamente intuiscono, si guardano, la mamma dice al papà “grazie” e poi beve l’acqua…con il permesso soddisfatto della figlia! In questo caso possiamo decisamente dire che l’insegnamento ha funzionato!

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