venerdì 2 novembre 2012

La signorina Daniela: SOS-tata sul Web! Parte prima


Proponiamo oggi una intervista, uscita questa primavera sul blog famiglifelici, che ha riscosso molti apprezzamenti.
L’intervista verrà proposta in un tre puntate: molte sono le cose che può dirci e abbiamo preferito dedicare spazio a questa professionista da cui possiamo imparare molto. O per lo meno, se non proprio imparare, cogliere gli spunti dalle sue affermazioni per riflettere. Di sicuro è curioso che oggi ci sia spazio per professioni nuove, delle quali anche non molti anni fa non si sentiva il bisogno. Quindi è motivo di riflessione non solo per chi opera nel campo dell'orientamento famigliare e si mette a disposizione delle coppie e delle famiglie, ma anche per cerca di dare serenità alla propria famiglia sforzandosi di migliorare costantemente nel suo ruolo di coniuge e genitore.
Altresì interessante notare come sempre più appaia sconosciuto il concetto di progetto educativo, che viene confuso con le illegittime aspettative di un genitore verso i propri figli: si tende a dare credito all'illazione che un sano spontaneismo educhi più. Ribadiamo, anche con l'aiuto della signorina Daniela che state per incontrare, quanto sia utile e necessario avere un progetto di crescita per i propri figli: un piano flessibile che miri al loro bene e non alle nostre speranze. 
Lasciamo la parola a questa tata del web per sentire che cosa ha da proporci.



Tra le persone più interessanti incontrati fatti su web, non possiamo non proporvi la signorina Daniela, consulente educativa. Una professione decisamente utile oggi, che in un certo senso anticipa in modo più positivo, la proposta del premier inglese Cameron di insegnare ai suoi conterranei come si educano i figli.
Un po’ SOS-Tata del web (e della realtà) un po’ salutare zia capace di far ragionare anche i più riottosi nipoti (siano essi i genitori o i pargoli), detto con molta stima, la signorina Daniela propone il proprio contributo alle famiglie in difficoltà, in emergenza educativa.
Per capirne di più lascio a lei la parola, facendoci raccontare innanzitutto chi è: ecco come si descrive nel suo sito Genitori sul serio,  che ha anche una presenza su Facebook.


Sono nata nel 1959 e sono stata per molti anni educatrice di scuola dell’infanzia e tata in alcune famiglie. 
Negli anni ho approfondito i miei studi e la mia specializzazione sui temi della comunicazione e del comportamento del bambino, sull’espressione creativa, in particolare di disegno con il corpo. Ho frequentato corsi sull’educazione sessuale per educatori di scuola dell’infanzia ed elementare, sulla fiaba e la dimensione del fiabesco e sull’animazione musicale.

Di questa attività mi piace la possibilità di aiutare le famiglie ad ottenere una vita quotidiana più serena e felice e a migliorare il rapporto genitori-figli. E per ottenere ciò credo nel giusto mix fermezza/amore e nella consapevolezza che l’infanzia è la palestra della vita.



Offrire on line la soluzione ai tuoi problemi educativi, con serietà professionale e dedizione, è la mia nuova entusiasmante sfida che intendo affrontare.


Da dove nasce questa idea di consulenza educativa?
Ho fatto l'educatrice d'infanzia per quasi vent'anni nella realtà operativa di scuole d'infanzia d’eccellenza, che è quella di Trieste. Sono sempre rimasta legata al mondo infantile e in particolar modo all'osservazione del rapporto genitori/figli, notando il cambiamento progressivo dei metodi educativi nelle famiglie, e dei relativi risultati. I metodi educativi cosiddetti "moderni" che nei decenni passati hanno consigliato di togliere totalmente regole, imposizioni, divieti e orari hanno iniziato a creare molta confusione nelle famiglie. Molti di questi cambiamenti non possono essere assolutamente considerati il male assoluto: l'ammorbidimento di autoritarismi eccessivi sono stati in gran parte positivi ma hanno tolto supporti che il genitore non ha saputo sostituire con l'autorevolezza. Come ben si sa, autorità e autorevolezza sono molto diverse fra loro: l'autorità da parte del genitore è un atteggiamento dispotico, impositivo e frustrante mentre l'autorevolezza è una condizione che il bambino riconosce spontaneamente al genitore, anzi la cerca, ne ha necessità, desidera una guida solida, sicura. E' quel meccanismo che fa intendere che il rapporto fra genitore e figlio non possa essere basato sull'amicizia. Come io dico spesso: "gli amici si scelgono, i genitori no...". Il resto l'hanno fatto i sensi di colpa e il desiderio di compensare il tempo mancante dedicato ai figli, di madri che lavorano fuori casa e sentono il bisogno di essere particolarmente disponibili nei confronti dei loro bambini nel poco tempo a loro dedicato. Ho notato, sempre più frequentemente, comportamenti di bambini che i genitori non riescono a gestire. Situazione di questo tipo possono creare una quotidianità familiare terribile, davvero sfinente e frustrante portando il nucleo familiare a scoppiare. Ultimamente però, ho notato che i genitori non accettano più in modo passivo la situazione ma iniziano a chiedere; qualche domanda qua e là da parte di amici e conoscenti: "guarda cosa combina", "cosa devo fare quando si comporta così". Ora molti genitori si mettono in discussione ma sono frastornati e non sanno da che parte iniziare il cambiamento, né come attuarlo. Sono spuntati come funghi programmi televisivi che trattano di varie situazioni familiari difficili ma la maggior parte delle persone non vogliono apparire in TV a sbandierare i loro problemi quotidiani. Ecco, tendere una mano a genitori che intuiscono che da soli non ce la fanno a cambiare "registro", è stata per me una naturale conseguenza. Oggi, ad attività di consulenza avviata, si tratti di semplici e brevi risposte in Facebook, consulenze on line private tramite il mio sito oppure percorsi programmati a misura di famiglia e direttamente "in" famiglia, conoscere o vedere i progressi e/o i cambiamenti di situazioni familiari insostenibili che cambiano radicalmente o si rasserenano in modo inimmaginato dai genitori, è veramente una soddisfazione enorme.



Perché oggi c'è bisogno di "consulenti genitoriali"? per quale problema viene chiamata più spesso?
Perché i genitori vivono costantemente con la paura di sbagliare, temono di fare errori che si ripercuoteranno nella vita dei loro figli, e purtroppo così è. Ma questo atteggiamento ondivago, incerto, timoroso crea individui fragili. Nell’educare i figli tutti i genitori fanno errori, li hanno commessi anche i nostri genitori ma se si riesce a costruire basi solide che forniscano all’individuo/figlio strumenti come autostima, osservazione, capacità di comunicare, riflessione, ordine mentale, ognuno di noi, diventando adulto e maturando, sarà in grado di superare i problemi creati da qualche errore educativo familiare.

Le richieste più frequenti di consigli specifici arrivano per problemi nel momento di mettere a nanna il bambino, oppure perché ci sono problemi con il cibo o con i compiti scolastici.  Si deve però distinguere un unico problema in un contesto educativo che va a gonfie vele da molti problemi spalmati su tutta la giornata e in molteplici situazioni. Mi spiego: se in un contesto familiare sereno il bambino vive la quotidianità in modo fluido ma improvvisamente inizia ad avere problemi legati al sonno, dovrò chiedermi cosa possa aver causato questa situazione. In questo caso il bambino sta manifestando ed esternando qualcosa che lo turba. Non è quasi mai solo un capriccio. Al contrario, se mi trovo di fronte ad un bimbo irrequieto, che non vuole dormire nel suo letto, ha disordine nel momento dei pasti, fa spesso capricci, non recepisce negazioni o richieste e via dicendo, significa che mi trovo davanti ad una situazione con problemi educativi di base. Da rivedere quindi impostazioni generali di atteggiamenti e comportamenti. Perciò per offrire una consulenza seria è necessario comprendere bene la situazione familiare e tutto il suo contesto.

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