Continuiamo con l'omogeneità..
Settimana scorsa abbiamo raccontato perchè singlesex è meglio,(vi ricordiamo sempre di andare a leggere anche gli articoli raccolti nella pagina "Il perché dell'omogeneità")
ora vi sveliamo che single sex è anche..famoso!
Lo sapevate che hanno frequentato scuole
omogenee…
- I principi Henry
e William
e Sam Neill
- Le attrici
Andy MacDowell, Reese Whiterspoon,
Selena Gomez,
Gwyneth Paltrow, Cate Blanchett, Alexis Bledel (Una mamma per amica),
- L’ex Segretario di Stato degli Stati Uniti Condoleezza Rice e il nuovo Ceo di Yahoo (famosa per essere stata assunta per coprire questo ruolo a soli 37 anni e in stato di gravidanza nonché per essere stata la prima ingegnere donna assunta da Google) Marissa Ann Mayer, entrambe alumnae di The Willows Academy
(Chicago) scuola omologa Faes, come la già menzionata Selena Gomez .
e molti di più come si scopre in questa pagina del sito della Foundation for Education reform e accountability di New York, che ricorda personaggi molto noti come
- Hillary Clinton
- Geraldine Ferraro
- Jane Fonda
- Al Gore
- Sigourney Weaver
- John McCain
- John Kerry
- Nancy Pelosi
- Andrew Cuomo
- John F. Kennedy
- Edward Kennedy
- Madeleine Albright
Di recente poi IoDonna ha pubblicato un servizio a firma Candida Morvillo contenente una breve intervista a Emma Winter, moglie di Andrea Agnelli, che ha dichiarato "ho studiato in una scuola femminile e mi hanno insegnato che, come donna, devo darmi da fare per dimostrare che sono capace".
Infine segnaliamo questo articolo apparso da poco sul sito del CorSera riguardante i condizionamenti che le donne subiscono nella vita, che contiene una interessante affermazione tratta da uno studio dell'Università Bocconi.
Analizzando il National Pupils Database britannico – una sorta di registro degli alunni iscritti in scuole pubbliche del Regno – Favara ha individuato il momento critico del condizionamento: le differenze di genere entrano in gioco a partire dai 14 anni (la scelta dell’università si fa tra i 16 e i 18) e incidono più pesantemente sulle ragazze che sui ragazzi.
Un modello economico che integra identità di genere e scelte educative spiega che sull’orientamento pesa, più della prospettiva di guadagno, un fattore non pecuniario: la fedeltà all’identità di genere, l’adesione a un’immagine di sé gratificante perché conforme alle norme sociali del gruppo di riferimento.
L’effetto è attenuato nelle scuole per sole ragazze: a partire da qui, la scelta della facoltà è meno condizionata. Una conferma dell’influenza del fattore ambiente. E del fatto che, sottratte al confronto diretto con l’altro sesso, le ragazze si sentono più libere di determinare il proprio futuro. Le politiche di promozione della parità di genere – conclude l’autrice – dovrebbero creare ambienti più favorevoli all’esercizio di una libera scelta.
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