mercoledì 30 ottobre 2013

Patti Chiari raccontati dalla dottoressa Valentina Panna, docente dell'Ufficio Programmi Educazione Finanziaria

Abbiamo intervistato la dottoressa Valentina Panna, dell' Ufficio Programmi Educazione Finanziaria – Consorzio PattiChiari, che ci spiega di più sul progetto che segue insieme ad altri professionisti e che propongono alle scuole. La dottoressa è stata ospite delle scuole Faes lo scorso 12 Ottobre. 




Qual è lo scopo della vostra associazione?
Lo scopo del Consorzio Pattichiari è duplice: promuovere un insieme di iniziative per migliorare la relazione banca‐cliente su alcuni rilevanti aspetti quali la mobilità, la chiarezza informativa, l'assistenza e la sicurezza e diffondere l'educazione finanziaria con programmi originali, realizzati in stretta collaborazione con enti universitari ed esperti in materia, che aiutano a fare scelte economiche consapevoli. A tal fine collabora con le istituzioni nazionali e locali per sviluppare iniziative rivolte alla popolazione adulta e ai giovani, in particolare agli studenti, anche attraverso eventi sul territorio. Il Consorzio si caratterizza per una gestione aperta ai rappresentanti delle Associazioni dei Consumatori e al mondo accademico.


In quale modo viene svolta l'attività?
L’attività di educazione finanziaria viene svolta attraverso la diffusione di programmi didattici per le scuole di ogni ordine e grado, eventi di sensibilizzazione su tutto il territorio nazionale, sessioni formative dedicate agli adulti in collaborazione con le Associazioni dei consumatori ed un sito internet (insieme ai social network dedicati) preposto alla divulgazione dei temi relativi all’educazione finanziaria.

In che modo le scuole possono collaborare? 
Le scuole interessate possono iscriversi on line sul sito www.economiascuola.it. Sarà poi cura del Consorzio individuare la banca tutor del territorio che sosterrà operativamente gli insegnanti coinvolti nelle lezioni.  

Perché ritenete che ci sia bisogno di educare alla "salute economica e finanziaria"? 
Perché analogamente all’educazione alimentare, stradale o sessuale è necessario che i nostri ragazzi acquisiscano delle competenze economiche utili per fronteggiare al meglio la vita di tutti i giorni.

Che tipo di ritorno avete delle vostre iniziative? 
L’entusiasmo degli insegnanti, dei genitori e il livello di preparazione raggiunto dagli studenti sono gli indicatori più immediati del ritorno del nostro lavoro. Sul lungo termine abbiamo inoltre avviato una serie di indagini che misurano il livello di diffusione in Italia della cultura finanziaria (cfr. ICF - indice di cultura finanziaria).
quali sono le più frequenti e significative carenze che riscontrate? Non ve ne sono molte. Sicuramente riuscire a coinvolgere le scuole e gli insegnanti, già ampiamente gravati da altre problematiche, a volte può risultare complesso e faticoso.   

In quale modo i genitori possono aiutare i figli a sviluppare queste competenze? 
Sicuramente dando “il buon esempio” in tema di risparmio e parlandone frequentemente ovvero condividendo con loro i momenti di gestione della vita domestica (fare insieme la lista della spesa, prelevare all’ATM, ….).

Bisogna essere esperti di borsa e finanza? 
Assolutamente no. E’ sufficiente sviluppare un po’ più di sensibilità e di senso critico sull’argomento.

In che cosa consistono le gioco-lezioni per i più piccoli? 
La invito a consultare Economiamo http://srd01.amicucciformazione.com/economiamo/. In aula o a casa, affiancati da insegnanti o genitori i bambini possono vivere un’esperienza “da grandi”: devono lavorare per guadagnare, spendere per le loro necessità e per il divertimento, pagare le tasse e, se lo desiderano, donare in beneficenza una parte dei loro dei loro risparmi. A breve inoltre sarà disponibile un libro di fiabe sull’educazione finanziaria ovvero una raccolta di fiabe dalle più famose a quelle meno conosciute contenenti moltissimi spunti utili per far riflettere i più piccoli sulla gestione del denaro.

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